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“Non è giusto che una città venga sconvolta in questo modo. Quanti sono i collaboratori di giustizia a Pesaro? Quale è il livello di sicurezza richiesto? Cosa non ha funzionato ieri? Sono solo alcune delle domande che rivolgerò domani ufficialmente a Prefettura e Ministero del Interno”.
Così il sindaco di Pesaro Matteo Ricci in un post su Fb dopo l’omicidio Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia calabrese, crivellato da numerosi colpi di pistola da due killer nel centro storico della città marchigiana.
“Già in passato Pesaro è stata sede di protezione per pentiti – osserva – ma ciò che è successo ieri è molto grave. Ora si creerà un’apprensione nuova e giustificata nella popolazione, stato d’animo che il sindaco deve provare a interpretare”.
“In questo caso non è la ‘ndrangheta che è venuta a Pesaro (cosa sempre possibile purtroppo; come sappiamo la criminalità non ha confini ), ma – aggiunge – è lo Stato che ha portato a Pesaro delle persone da proteggere dalla ‘ndrangheta, probabilmente perché considera questo territorio più slegato da certi fenomeni criminali”.
L’agguato nel giorno di Natale. Marcello Bruzzese, fratello del pentito Girolamo, ritenuto uno dei vertici della cosca Crea attiva nella Piana di Gioia Tauro, è stato avvicinato nel parcheggio di casa sua da almeno due sicari che gli hanno scaricato addosso una ventina di proiettili calibro 9. L’uomo era a Pesaro sotto protezione del Ministero dell’Interno dopo il pentimento del fratello.