‘Ndrangheta, arrestate 4 persone per il tentato omicidio di un imprenditore

Carlomagno

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Avrebbero attentato alla vita di un imprenditore e politico reggino per favorire un clan di ‘ndrangheta. La svolta del fatto di sangue, avvenuto a Corigliano-Rossano, nel Cosentino, il 25 luglio 2017, è arrivata dopo anni di indagini dei carabinieri che hanno arrestato i presunti autori ritenuti a vario titolo responsabili del tentato omicidio di Pasquale Inzitari, di 63 anni, già consigliere provinciale di Reggio Calabria ed ex vicesindaco di Rizziconi, evidentemente considerato un “ostacolo” alle attività criminali della cosca Crea, attiva nel centro reggino.

Le indagini sono state svolte dai militari del Reparto territoriale dei carabinieri di Corigliano Rossano, sotto il coordinamento investigativo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri.

Quattro le ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e due ai domiciliari. I destinatari della misura sono Francesco Candiloro, di 44 anni e Michelangelo Tripodi, di 45, già detenuti per un altro delitto: quello di Marcello Bruzzese, fratello del collaboratore di Giustizia Girolamo Biagio Bruzzese, avvenuto il 25 dicembre 2008, a Pesaro. Omicidio per cui in primo grado sono stati condannati all’ergastolo. Ai domiciliari sono invece finiti Gianenrico Formosa, di 52 anni, e Antonio Domenico Scarcella, di 56. Candiloro e Tripodi erano sati arrestati nel 2021. Candiloro stamane è stato destinatario di un’altra misura in carcere, da parte della Dda di Reggio, perché ritenuto uno dei favoreggiatori della latitanza di Domenico Crea.

Gli accertamenti tesi ad identificare gli autori del gravissimo fatto sangue – spiega una nota della Dda -, scongiurato solo da una serie di circostanze favorevoli, sono stati effettuati sin dalle fasi immediatamente successive all’azione dei killer. Dai primi approfondimenti emerse che quella sera di luglio del 2017, nel piazzale del centro commerciale “I Portali” di Corigliano Rossano, un commando di professionisti del crimine, dopo aver effettuato i sopralluoghi dell’area, aveva attuato un piano studiato nei dettagli per attentare alla vita dell’imprenditore reggino.

I componenti del commando avevano atteso l’imprenditore all’esterno, dove una volta intercettato lo avevano seguito a bordo di un potente motociclo. In quel parcheggio era poi iniziata l’azione di fuoco dei malviventi, che non era andata a segno solo per la pronta reazione di quella che era stata individuata come la vittima della spedizione.

Una serie di colpi esplosi all’indirizzo dell’imprenditore tra la gente, che quella sera era presente nel piazzale condiviso tra le numerose attività del complesso commerciale. In quella fase l’obiettivo dei killer era riuscito a sottrarsi dall’azione di fuoco rifugiandosi all’interno di uno degli esercizi commerciali presenti.

Le indagini condotte, riaperte e finalizzate negli ultimi mesi, hanno permesso di dimostrare, in termini di gravità indiziaria, che la “spedizione” era stata attuata allo scopo di agevolare l’attività mafiosa della della cosca Crea di Rizziconi. Le indagini sviluppatesi nel tempo con il ricorso a delle complesse tecniche investigative, avrebbe permesso di raccogliere una serie di evidenze probatorie concordanti.

La vittima dell’agguato, Pasquale Inzitari, è inoltre il padre di Francesco Maria Inzitari, ucciso nel dicembre del 2009, quando aveva 18 anni, mentre si trovava davanti ad una pizzeria di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria.