Metroleggera e ospedale di Cosenza, 18 indagati tra cui Occhiuto e Oliverio

Corruzione aggravata è una delle accuse della procura catanzarese. Al centro dell'inchiesta i lavori della metrotramvia, del nuovo ospedale di Cosenza, Museo di Alarico e la tratta ferroviaria Cosenza - Catanzaro

Carlomagno

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Da sinistra Mario Oliverio Nicola Adamo e a destra Mario Occhiuto
Da sinistra Mario Oliverio Nicola Adamo e a destra Mario Occhiuto

I militari del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale – su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, nell’indagine condotta dal sostituto procuratore Vito Valerio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri – hanno proceduto a notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 18 indagati, tra i quali risultano il governatore della Calabria Mario Oliverio, l’ex consigliere regionale Nicola Adamo (PD) e il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, di Forza Italia, candidato degli azzurri alla presidenza alle prossime elezioni regionali di novembre. L’operazione si chiama in codice “Passpartout”.

Indagati tra gli altri il dirigente del settore infrastrutture della Regione Calabria Luigi Zinno, il direttore generale del Dipartimento Lavoro Fortunato Varone e Giovanni Forciniti, direttore generale di Azienda Calabria Lavoro, ente in house della regione. Nei confronti di questi ultimi due la Guardia di finanza di Catanzaro ha eseguito una misura cautelare, emessa dal gip, di sospensione dall’incarico, con l’accusa di abuso in atti di ufficio.

Le contestazioni preliminari sono state mosse a carico di amministratori pubblici, esponenti politici, imprenditori, e riguardano, a vario titolo, i delitti di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite, frode in pubbliche forniture, abuso in atti di ufficio.

Le attività investigative, delegate inizialmente al Reparto operativo del Comando Carabinieri per la Tutela ambientale di Roma, sono state condotte attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, con l’acquisizione di consistente documentazione e con l’esecuzione di consulenze tecnico-specialistiche di professionisti incaricati dal pubblico ministero per valutare analiticamente le procedure di gara di appalti pubblici e di nomina di posizioni dirigenziali apicali.

In particolare, sono stati posti al vaglio i bandi di gara relativi al collegamento metropolitano Cosenza-Rende-Unical, alla riqualificazione del collegamento ferroviario Cosenza – Catanzaro, alla realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza, al ripristino della tratta ferroviaria turistica della Sila, alla realizzazione del museo di Alarico ed alla nomina del direttore generale di Calabria Lavoro, ente in house della Regione Calabria.

Le indagini, hanno consentito di ipotizzare la sussistenza di un gruppo organizzato di soggetti che, nei rispettivi ruoli politici, amministrativi, istituzionali ed imprenditoriali, si muovevano nell’interesse di orientare, in proprio favore, tutte le attività connesse alla realizzazione di opere pubbliche in ambito regionale ed all’individuazione illecita di persone da nominare in ruoli amministrativi e strategici.

Secondo l’accusa, gli indagati, di volta in volta, concorrenti nelle condotte illecite si muovevano nella principale direzione di individuare e determinare le scelte strategiche di interesse regionale, quindi, di mantenere il controllo sulle procedure di aggiudicazione delle principali opere pubbliche e di favorire la realizzazione delle stesse, attraverso il coinvolgimento di imprese intranee o comunque sponsorizzate dagli indagati, nonché di indirizzare le rilevanti nomine in ruoli amministrativi o istituzionali, in capo a soggetti ritenuti favorevoli ai desiderata del gruppo.

Gli inquirenti ipotizzano una diffusa e stratificata gestione illegittima della cosa pubblica regionale, in cui le decisioni di alta amministrazione (nella gestione degli appalti come nelle nomine dirigenziali) intervenivano all’interno di un cerchio chiuso ed alimentato da favoritismi e facilitazioni in evidente pregiudizio degli interessi pubblici sottesi.

Oliverio e Adamo sono già coinvolti in altri filoni dell’inchiesta “Lande desolate” della DDA di Catanzaro che nei mesi scorsi è culminata con arresti e misure alternative, tra cui il governatore costretto per mesi nel suo paese. In particolare Adamo, Oliverio e la parlamentare Pd Bruno Bosisio sono indagati per corruzione in merito alla realizzazione di piazza Bilotti a Cosenza. Leggi

Tra gli indagati risulta anche Luca Morrone, ex FI, figlio del consigliere regionale Ennio, nel 2016 protagonista della sfiducia al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto fatto decadere dopo le dimissioni di 17 consiglieri comunali.

Secondo l’accusa, Morrone, allora presidente del Consiglio comunale espressione della maggioranza, appose la firma decisiva per mandare a casa il sindaco non per motivi politici ma per interessi personali. Morrone avrebbe accettato in cambio dai coindagati Oliverio e Adamo di divenire vicesindaco di Cosenza qualora avesse vinto il centrosinistra. In realtà, poì, vinse al primo turno il candidato del centrodestra Occhiuto.