Blitz antimafia in Calabria, il “sistema Sculco” e il “patto” con Oliverio

Carlomagno

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“Una sequela indeterminata di reati, funzionali ad accrescere il peso specifico elettorale attraverso incarichi fiduciari, nomine e assunzioni, di matrice esclusivamente clientelare, in enti pubblici, nella prospettiva di ottenere ii voto, nonché affidando appalti anche a imprese i cui titolari avrebbero assicurato l’appoggio elettorale”.

Sono quelli contestati dalla Procura distrettuale antimafia guidata da Nicola Gratteri a politici e imprenditori coinvolti nell’inchiesta che oggi ha portato ad arresti eccellenti a Crotone e nel resto della Calabria. Gli inquirenti parlano di un patto stipulato dal leader del movimento “I Demokratici”, Enzo Sculco, e l’allora presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, del Pd, con il primo che avrebbe garantito sostegno elettorale al secondo in cambia della candidatura della figlia Flora Sculco al consiglio regionale.

Con la partecipazione, anche, dell’ex vicepresidente della regione Nicola Adamo. Da questo patto sarebbero appunto derivati una serie di incarichi e appalti elargiti dai politici a dirigenti ed imprenditori di fiducia. In questo modo, spiegano gli inquirenti, sarebbe avvenuta la penetrazione all’interno del Comune di Crotone, con “la individuazione di dirigenti, loro graditi”, “il condizionamento di appalti pubblici, attraverso affidamenti illeciti a imprese gradite a Sculco Vincenzo e Devona Giancarlo”. “l’affidamento di incarichi a soggetti graditi a Sculco e Devona”.

E ancora la penetrazione nella società partecipata dal comune di Crotone, “Crotone Sviluppo”, con la “individuazione da parte dello Sculco di direttori generali, a lui graditi, nonché dell’amministratore unico”. Quindi “la penetrazione nella Provincia di Crotone, mediante il condizionamento del voto nel 2017, attraverso un accordo promosso da Sculco per far eleggere Parrilla Nicodemo, facendo apparentare i cirotani con i mesorachesi e controllando lo Sculco capillarmente le operazioni elettorali”.

Da sottolineare che Parrilla, una volta eletto presidente della Provincia di Crotone è stato poi coinvolto e condannato nella maxi operazione antimafia Stige. La penetrazione nell’Aterp Calabria, distretto di Crotone, di Mario Oliverio, Giancarlo Devona e Vincenzo Sculco con la designazione a direttore generale di Ambrogio Mascherpa, persona di fiducia di Mario Oliverio e in precedenza commissario straordinario de! predetto ente”.

La indicazione, da parte di Nicola Adamo, Vincenzo Sculco, dell’ex consigliere regionale Sebi Romeo e Giancarlo Devona, “di professionisti, loro graditi, per l’espletamento di incarichi per canto di Aterp, quale quello relativo all’accatastamento di immobili di edilizia popolari nell’area crotonese”.

Gli inquirenti della Dda annotano ancora “la penetrazione nell’Asp di Crotone, mediante la precisa concertazione tra Mario Oliverio, Giancarlo Devona, Vincenzo Sculco, Nicola Adamo, in ordine al controllo del predetto ente, attraverso la rimozione dell’allora direttore generale Sergio Arena – persona sgradita a Sculco – e la preposizione di una figura di vertice che assicurasse un segnale di discontinuità con il passato, nella specie Antonello Graziano, soggetto gradito a questo ultimo, persona che avrebbe contribuito a nominare i dirigenti Masciari e Brisinda, legati a Sculco medesimo”.