Si tinge di giallo la morte della miss caduta dal balcone

Numerosi gli aspetti da chiarire dietro la morte di Annamaria Sorrentino, la giovane campana in vacanza nel Vibonese, morta a seguito di una misteriosa caduta dal balcone.

Carlomagno

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Un litigio furioso, andato avanti per ore e che ha tenuto svegli i vicini fino all’arrivo dei carabinieri intorno alle 3 e mezza di notte. Si tinge di giallo la vicenda della morte di Annamaria Sorrentino, la 30enne di Casoria, in Campania, deceduta all’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Una morte sulla quale indaga adesso la Mobile di Vibo Valentia coordinata dalla Procura e nella quale la posizione del marito della donna è adesso al vaglio degli inquirenti. La donna stava trascorrendo un periodo di ferie in un appartamento di località Bordila di Parghelia, insieme al marito e ai due figli e ad altre due coppie di amici, tutti sordomuti.

annamaria sorrentinoSecondo quanto appreso dai vicini, ancora sconvolti per quanto accaduto, Annamaria Sorrentino e suo marito avrebbero litigato violentemente per tutta la serata di Ferragosto. Un litigio che si era protratto fino a tarda notte, quando uno dei vicini preoccupato che la situazione potesse degenerare, aveva chiamato i carabinieri, giunti in località Bordila intorno alle 3.30 del mattino.

Un intervento che aveva calmato gli animi per poche ore, fino al pomeriggio del giorno dopo quando la donna era precipitata, per cause ancora da chiarire, dalla veranda del secondo piano dell’appartamento occupato dal gruppo. Subito si era capito che la situazione era grave: la donna era precipitata sbattendo prima su un parapetto e poi al suolo, il cui tonfo è stato udito dagli stessi vicini che hanno scoperto poi il corpo della donna nel vialetto.

La versione fornita dai vicini di casa della coppia di Casoria, su quanto accaduto la notte precedente alla caduta della donna, è stata verbalizzata dagli investigatori che, dopo avere sequestrato la cartella clinica, hanno interrogato a lungo il marito grazie all’aiuto di un interprete della lingua dei segni.
(Fonte: Il Vibonese)