La cosca Gallace infiltrata in Toscana, altri 17 arresti

Carlomagno

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I carabinieri del Ros e altri colleghi di reparti speciali, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Firenze, su richiesta della locale Dda (pm Eligio Paolini), nei confronti di 17 persone (5 ai domiciliari, il resto in carcere), gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare ed altro, nonché associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, il tutto aggravato sia dal metodo mafioso che dall’avere agevolato la cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro).

I provvedimenti, che colpiscono su due distinti piani (imprenditoriale e narcotraffico) soggetti e imprenditori contigui alla cosca Gallace derivano da una complessa indagine condotta dal Ros di Firenze e dai carabinieri di Livorno strutturata su due filoni reciprocamente convergenti:

Il primo relativo all’ingente approvvigionamento di cocaina da parte della cosca calabrese e la successiva distribuzione in Toscana, nel cui ambito è stato arrestato – durante le indagini – un importante latitante di ‘Ndrangheta (segmento “Geppo”);

Il secondo riguarda l’infiltrazione in Toscana della cosca Gallace nel settore del conferimento inerti attraverso il controllo diretto su una storica azienda del Mugello, la quale ha condizionato la concorrenza locale (imponendo la forza criminale della consorteria mafiosa) aggiudicandosi importanti commesse pubbliche a discapito di altre aziende di settore (segmento “Calatruria”).

Globalmente l’indagine, i cui primi accertamenti risalgono alla fine del 2018, si è evoluta su 2 direttrici principali: Dal controllo del mercato del movimento terra (estorsioni e illecita concorrenza) in diverse provincie toscane, mediante attività estorsive e illecita concorrenza con violenza e minaccia, posto in essere da soggetti di vertice della storica impresa di settore “Cantini Marino srl” di Vicchio (Firenze) per il tramite dell’impresario Graziano Cantini e del suo principale collaboratore Nicola Verdiglione, i quali – ritenuti collegati a soggetti organici al clan Gallace (Domenico Vitale e Nicola Chiefari) – secondo l’accusa, avrebbero scientemente sfruttato la forza della consorteria mafiosa per imporsi sul mercato del movimento terra/fornitura inerti a discapito di aziende concorrenti, “infiltrandosi” di fatto in importanti commesse pubbliche in Toscana. Le condotte sono state poste in essere a carico di diversi imprenditori o tecnici di settore in relazione alla fornitura di materiale per i lavori da eseguire in un importante cantiere relativo ad un appalto milionario nella zona di Castelfiorentino/Empoli (“Opere di completamento della variante SRT 429 “Di Val d’Elsa” tratto Empoli-Castelfiorentino, lotti V° – IV”.)

Parimenti sono stati riscontrati legami di comodo con la Pubblica amministrazione di Arezzo (Consorzio Bonifica Valdarno) per l’assegnazione diretta di lavori per importi contenuti (sotto soglia), su cui sono in corso approfondimenti investigativi.

Tra gli episodi contestati svetta l’estorsione posta in essere a carico di un impresario calabrese con il concorso dell’imprenditore crotonese Francesco Lerose, arrestato in data odierna anche nella parallela indagine antimafia della Procura Distrettuale di Firenze, per reati in materia di smaltimento illecito di rifiuti ed altro, aggravati dall’agevolazione mafiosa (Operazione “KEU”).

Al riguardo le parole usate dal GIP nell’ordinanza: “il rilevante compendio probatorio raccolto nel procedimento evidenzia, al di là degli episodi clamorosi di intimidazione, un sodalizio tra gli indagati … finalizzato ad acquisire il monopolio di attività economiche del settore cui opera la CANTINI Marino srl, strettamente collegata FIGLINESE Inerti srl, nonché (in maniera meno “scoperta”, dato lo spessore criminale dei suoi componenti) la IDROGEO srl (con la precisazione che rispetto a quest’ultima il quadro probatorio non può ritenersi esaustivo). L’acquisizione di questo monopolio di fatto è resa possibile dalla presenza di due grossi esponenti della criminalità calabrese, operanti in Toscana nel Valdarno da epoca risalente, che non si limitano a dare il proprio benestare ma altresì influiscono, con la forza intimidatrice della organizzazione criminale di appartenenza, in modo da determinare equilibri che fuoriescono da quelli normali del libero mercato, secondo una logica non concorrenziale bensì impositiva e di assoggettamento”;

Le indagini sul narcotraffico internazionale, ha portato al sequestro totale di circa 191 kg circa di cocaina (maggio 2017 – agosto 2019) nel cui contesto è maturato – sempre a cura dei Carabinieri di Livorno e del ROS – la localizzazione e l’arresto del latitante Francesco Riitano (agosto 2019) individuato sotto falso nome a Giardini Naxos (Messina), in quanto destinatario di un provvedimento cautelare del Gip di Milano (indagine “Area 51”) emesso a coronamento di un’indagine antidroga dei Carabinieri di Milano e Ros. Il citato latitante è stato individuato grazie al suo solido legame con l’indagato Domenico Vitale, il quale lo incontrava periodicamente in località segrete come emerso nell’inchiesta.

I due, Riitano e Vitale, per gli inquirenti, rappresentano il vertice del gruppo, diretta emanazione della cosca Gallace: in questo filone investigativo veniva individuata una base logistica in provincia di Pisa, presso il capannone di uno degli indagati, utilizzato sia per stoccare grosse quantità di stupefacente che per occultare armi, parte delle quali venivano sequestrate lo scorso 7 gennaio 2021 dai Carabinieri di Livorno in occasione di un’operazione – collegata alla presente inchiesta – condotta dalla Dda di Cagliari, che portava all’arresto di Robertino Dessì (tra gli odierni arrestati), in quanto considerato organico ad un altro gruppo criminale di matrice sarda specializzato in assalti a furgoni portavalori. La sinergia tra i Carabinieri di Livorno e Cagliari portava al sequestro, in data 31 luglio 2021 nel capoluogo sardo, di un imponente quantitativo di armi ed esplosivo destinato agli assalti.

Nel corso dell’odierna operazione, in codice “Geppo Calatruria”, oltre agli arresti, sono state effettuate numerose perquisizioni anche a carico delle società del settore edile interessate a lucrare dalle condotte mafiose del gruppo smantellato oggi.

Contemporaneamente è stata eseguita un ulteriore ordinanza di custodia cautelare per traffico di internazionale di sostanze stupefacenti a cura della Guardia di Finanza su mandato della Dda di Catanzaro all’indirizzo di esponenti della Cosca Gallace di Guardavalle, l’operazione “Molo 13”, culminata stamane con 20 arresti. Leggi