Inchiesta su metro e ospedale, Occhiuto si difende: “Non ho agito per interessi personali”

Carlomagno

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“Con riferimento all’unico capo d’imputazione contestatomi nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari notificatomi oggi, secondo cui avrei stretto un patto illecito con l’onorevole Mario Oliverio e con l’ingegnere Luigi Zinno, devo evidenziare come nella stessa imputazione si dia atto che la pretesa utilità indebita, costituente contropartita del presunto patto illecito, consisterebbe nella promessa di un finanziamento per l’esecuzione di un’opera pubblica a vantaggio della città di Cosenza, e non già per miei interessi personali”. Lo dichiara il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, indagato per corruzione dalla Distrettuale di Catanzaro insieme al governatore della Calabria, Mario Oliverio, all’ex consigliere regionale Nicola Adamo e ad altre persone.

“Devo aggiungere – prosegue Occhiuto – che i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del museo di Alarico erano già stati concessi ben prima che Oliverio divenisse presidente della giunta regionale, e che la gara di appalto dei predetti lavori non può affatto essere definita illegittima, avendo anzi già superato il controllo del competente giudice amministrativo”.

“Ho già concordato con i miei difensori la celere presentazione di richiesta di mio interrogatorio onde chiarire definitivamente gli esatti termini – assolutamente leciti e legittimi – della vicenda”.

Infine – conclude il primo cittadino di Cosenza – non sfuggirà ad alcuno l’evidente “anomalia” di un preteso patto illecito stretto con chi, nello stesso procedimento è indagato per una serie di atti commessi anche a mio danno, e finalizzati a determinare la mia decadenza da Sindaco di Cosenza”.