Cosenza approva la pratica sul dissesto: Occhiuto: “Debiti ereditati dal passato”

Non riesce al Pd e a Guccione il tentativo di far cadere sindaco e consiglio. Il primo cittadino: "Nonostante il bilancio ingessato, abbiamo fatto tante cose"

Carlomagno

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Il Consiglio comunale di Cosenza, presieduto da Pierluigi Caputo, ha deliberato stamane la pratica sul dissesto finanziario di palazzo dei Bruzi. Nell’aula erano presenti 21 consiglieri, oltre al sindaco Mario Occhiuto. Il numero legale è stato largamente garantito e il documento di bilancio è passato “all’unanimità dei presenti”, spiega una nota del comune. Parte della minoranza non si è presentata in Consiglio, con l’obiettivo dichiarato di far mancare il numero legale, quindi provocare lo scioglimento anticipato della consiliatura. Un tentativo che però è fallito. A tentare la “spallata” al sindaco, i consiglieri di Pd, la Grande Cosenza di Carlo Guccione, Psi e Uniti per la città.

Occhiuto: “Debiti ereditati, ma col bilancio ingessato abbiamo fatto tante cose”
“Al nostro arrivo – ha detto il Sindaco Mario Occhiuto – ci trovammo di fronte la delibera n.97 del 2012 della Corte dei Conti, riferita all’esame del conto consuntivo del 2010, che fotografava uno stato di dissesto del Comune. All’epoca optammo per il predissesto ed il piano di riequilibrio. Fummo il secondo Comune d’Italia a scegliere questa strada. Il percorso intrapreso – ha rimarcato Occhiuto – venne bocciato dalla sezione regionale della Corte dei Conti che non ritenne possibile risanare il bilancio del Comune in dieci anni senza ricorrere al dissesto. Poi le sezioni riunite ammisero il Comune alla procedura del predissesto autorizzando il piano di risanamento. Prediligemmo quella strada – ha affermato ancora Occhiuto nella seduta del Consiglio comunale – anche perché, attraverso il dissesto i creditori avrebbero avuto meno risorse. Evitammo il dissesto sia perché volevamo ridurre la massa debitoria del Comune ed anche per far fronte ad altre situazioni urgenti, come garantire continuità alle Cooperative che allora erano sprovviste di contratto.
Se avessimo dato corso al dissesto – ha proseguito Mario Occhiuto – non avremmo potuto utilizzare tutta la forza lavoro”.

Il Sindaco ha, inoltre, ricordato come l’approvazione del piano di riequilibrio da parte delle sezioni riunite della Corte dei Conti sia stato “un atto di grande fiducia”. “Oggi il dissesto – ha aggiunto Occhiuto – è figlio di questa procedura. Noi abbiamo lavorato in questi anni con un bilancio ingessato. La Corte dei conti, improvvisamente, dopo anni che non aveva verificato parametri e obiettivi, a maggio ha avviato una verifica e poi ha accertato che gli obiettivi non erano stati centrati”.

Occhiuto ha sottolineato inoltre la complessità della situazione che “riguarda tutti i comuni del Sud Italia. L’80% dei comuni superiori a 12 mila abitanti si trovano in situazioni analoghe di dissesto o predissesto”. Mostrando alcune tabelle grafiche, il primo cittadino ha spiegato la mole di residui passivi che la sua Amministrazione ha trovato appena insediatasi (oltre 300 milioni di euro).

“Dopo aver attuato la procedura di predissesto – ha spiegato ancora il Sindaco – siamo riusciti ad ottenere un mutuo dallo Stato che ci ha consentito di far fronte a parte dei mutui passivi, ma, inevitabilmente, con una crescita degli interessi”. Occhiuto nel suo intervento ha fatto riferimento anche alla consistente riduzione dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni, circa 60 milioni in meno nel corso degli anni.

“Nonostante tutto – ha puntualizzato il Sindaco – la massa debitoria è stata ridotta e la spesa corrente è diminuita di 50 milioni. Ci accusano di aver fatto delle spese non necessarie (come gli eventi, le feste, ecc.), ma, a ben vedere, anche in questo settore abbiamo fatto registrare una riduzione del 2% rispetto al passato. Sul Teatro c’era un milione e mezzo di spesa nel capitolo, senza contare le risorse impiegate in passato per il Capodanno. Oggi ci troviamo in questa circostanza (quella del dissesto) in un momento in cui abbiamo già risanato in parte i conti del Comune e diminuito sensibilmente il numero dei dipendenti che, quando siamo arrivati, erano circa 1100. E’ chiaro che in questi anni, pur in situazioni di difficoltà, non ci siamo mai lamentati rispetto al passato, ma ci siamo messi a lavorare. E abbiamo lavorato raggiungendo importanti risultati”.

E qui il Sindaco ha ricordato alcune delle azioni di cui si è resa protagonista l’Amministrazione comunale da lui guidata. “Azioni che hanno determinato scelte – ha detto il Sindaco – che mi hanno procurato molti nemici. Abbiamo aumentato di un milione e mezzo le risorse per le cooperative sociali. Prima c’erano 47 cooperative sociali alle quali venivano affidati i lavori senza gara pubblica e senza certificazione antimafia. Quelle cooperative sociali liberate da questo sistema di capolarato oggi lavorano. Grazie a questo nuovo corso oggi riusciamo a garantire interventi sul verde pubblico, piccoli interventi di manutenzione e ai lavoratori delle cooperative abbiamo restituito dignità.
Abbiamo sgomberato due campi rom con più di mille persone. Nelle baracche si erano diffuse pratiche illegali, come, tra le altre, la prostituzione minorile, si bruciavano delle sostanze tossiche che venivano respirate dai nostri ragazzi. Abbiamo fronteggiato situazioni difficilissime, ma ci siamo assunti delle responsabilità. Siamo stati uno dei pochi comuni a risolvere questi problemi. Un intervento analogo è stato portato a termine nel campo rom di via Reggio Calabria dove era presente un alto tasso di criminalità. Anche questo – ha rimarcato Occhiuto – mi ha creato grandi contrasti. Quando siamo arrivati – ha proseguito Occhiuto – c’erano i cassonetti stradali. In un anno siamo stati premiati come prima città capoluogo in Calabria che è riuscita a portare la differenziata al 65%”.

Anche sulle opere pubbliche realizzate il Sindaco ha inteso fare un po’ di cronistoria. “Sono state 15 le piazze che abbiamo realizzato, subendo in qualche caso anche critiche aspre. C’è chi ha trovato da ridire sulla pietra usata per la pavimentazione di Piazza Tommaso Campanella e adesso tutti la ammirano. Vi ricordo come era Piazza Bilotti. Corso Mazzini si è allungato e le attività commerciali vanno benissimo”.

Poi il Sindaco Occhiuto mostra una fotografia con l’ex Albergo Jolly, com’era prima di essere abbattuto. “Un ecomostro – lo definisce. Siamo stati caparbi dove altri non hanno saputo incidere. Abbiamo speso circa 300 milioni in opere pubbliche. Il Planetario è una delle realizzazioni più recenti e i tanti bambini che vengono dalla provincia a visitarlo e ad assistere agli eventi che vi si propongono mi hanno ringraziato e sono estasiati per quello che Cosenza offre oggi. Questi sono i fatti. Il Castello era un rudere e lo abbiamo restituito alla città”. E menziona ancora i BoCs art e tutto il lavoro svolto sull’arte contemporanea. “Una città viva – afferma orgoglioso il Sindaco – piena di persone. Per renderla tale, ci siamo messi contro chi ha i paraocchi, contro chi, tra i cittadini, erano contrari alle ZTL e alle aree pedonali. Lo abbiamo fatto per il bene della città. Eppure c’è gente che incita all’odio sociale. In Calabria e a Cosenza se non si fa così, i problemi non si risolvono. Bisogna avere il coraggio. Per cambiare in Calabria bisogna avere visione, capacità e competenza e mettersi contro quei sistemi che tendono ad ingessare l’azione politica e amministrativa. Abbiamo, però, ancora un anno e mezzo davanti. Dobbiamo dare il massimo per cambiare questo stato di cose”, a concluso il sindaco di Cosenza.