“Testa del Serpente”, di nuovo arrestati gli indagati scarcerati tre giorni fa

Carlomagno

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finanza carabinieri poliziaIl gip distrettuale di Catanzaro, Pietro Carè, su richiesta del procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei sette indagati coinvolti nell’operazione “Testa del serpente” che nei giorni scorsi erano stati scarcerati dal tribunale del Riesame di Catanzaro per un difetto di motivazione.

Polizia, Carabinieri e Finanzieri hanno eseguito nel pomeriggio della vigilia di Capodanno il provvedimento nei confronti di Marco Abbruzzese, Luigi Abbruzzese, Francesco Casella, Carlo Drago, Giovanni Drago, Pasquale Germano e Adamo Attento.

La scarcerazione era avvenuta dopo Natale per difetto di motivazione da parte del Gip di Cosenza. Un errore tecnico che ha “disarmato” i giudici del Riesame i quali non hanno potuto fare altro che liberare sette dei diciotto indagati.

Nel fermo disposto dalla Dda di Catanzaro era coinvolto anche un poliziotto della questura bruzia, Dario Brancaleone, che era stato posto agli arresti domiciliari perché avrebbe spifferato notizie riservate ad alcuni indagati.

Con l’inchiesta “Testa del serpente” sono stati “decapitati” i vertici delle due maggiori cosche di Cosenza, quella degli zingari (riconducibile agli Abbruzzese) e degli italiani (riconducibile ai Lanzino-Ruà). Gli indagati sono a vario titolo accusati di omicidio (quello di Luca Bruni), estorsioni, droga, armi e altri reati aggravati dalle modalità mafiose.