Caso Petrini, l’avvocato Manna: “Ci sono anomalie nei verbali degli interrogatori del pm”

Il legale, coinvolto insieme al suo assistito Patitucci, nell'inchiesta "Genesi", ritiene necessario che gli organi competenti verifichino il corretto operato del magistrato della procura di Salerno: "Le domande del pm non erano finalizzate a cercare la verità, ma una verità già precostituita"

Carlomagno

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Marcello Manna
L’avvocato Marcello Manna

“Dalla lettura dei verbali depositati per l’incidente probatorio, che risultano essere ancora per alcuni versi coperti da omissis, si evince in modo chiaro e nello stesso tempo allarmante che alcuni interrogatori sono stati condotti in modo unilaterale fuori dalle regole processuali”. Lo afferma in una nota l’avvocato Marcello Manna, difensore del presunto boss Francesco Patitucci, indagato in un secondo filone dell’inchiesta “Genesi” della Dda di Salerno, culminata nei mesi scorsi con l’arresto del giudice Marco Petrini, ex presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari.

“Altri verbali – prosegue Manna – assolutamente rilevanti inspiegabilmente non sono stati neppure depositati. Sono state poste domande suggestive o che contenevano già la risposta. Nella vicenda Patitucci, l’indagato Petrini, per numerose volte, ha escluso qualsiasi mio diretto coinvolgimento”. Secondo il penalista, che è pure sindaco di Rende, “il pm ha condotto un interrogatorio a senso unico, con domande fortemente suggestive e con vere e proprie anticipazioni nella risposta”.

“Troppe le domande che richiedevano soltanto un “ si…si…” – spiega Manna – come per dire che si confermava una tesi che era già contenuta nella domanda. Nell’interrogatorio nella casa circondariale di Fuorni – Salerno è emblematica la volontà dell’indagato di uscire prima possibile dal carcere. Le domande del pm non erano finalizzate a cercare la verità, ma una verità già precostituita. Chi doveva uscire dal carcere poteva farlo assecondando quelle modalità di interrogatorio”.

“Sulla vicenda Ioele – osserva l’avvocato – bastava solo leggere gli atti processuali per verificare che il dottor Petrini è colui che ha sospeso gli effetti della revoca della confisca e del sequestro. Non ci voleva davvero tanto, ma anche qui si era alla ricerca di una verità precostituita. E’ stato ammesso l’incidente probatorio senza che venissero depositati degli atti essenziali. Questo dato è stato confermato anche dalla procura della Repubblica di Salerno”.

Secondo il legale “le anomalie non finiscono qui. Il dottor Petrini sarà escusso (interrogato, ndr) in incidente probatorio prima che venga pronunciata la requisitoria con richiesta di condanna e di quantificazione di pena nel processo che lo riguarda. Una modalità coercitiva e che certamente intende condizionare il narrato del Petrini finalizzandolo ad ottenere richieste di pena contenute e atteggiamento benevolo da parte della procura”.

“Una modalità – per Marcello Manna – che ci ricorda altri tempi che sembravano passati, ma che passati non sono. Ritengo sia necessario che l’attività processuale posta in essere dal procuratore procedente e titolare della indagine vengano verificate dagli organi competenti e siano sottoposte ad un controllo sul rispetto delle norme e delle modalità con cui si sono svolti gli interrogatori”.