Calabria, Belcastro: “Pazienti in intensiva perché non c’erano letti nei reparti”

"Pazienti non presentavano criticità". Il delegato all'emergenza covid giustifica così il dato inizialmente riferito dal bollettino regionale e poi modificato. "Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva (6%) è ancora lontano dalla soglia di allerta, fissata al 30%"

Carlomagno

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Antonio Belcastro, delegato all’emergenza covid in Calabria

“A causa della temporanea carenza di posti letto nei reparti di degenza ordinaria e di terapia sub-intensiva, alcuni pazienti, che non avevano bisogno di ventilazione meccanica assistita, perché non presentavano gravi criticità, erano stati ricoverati in Rianimazione”. Lo ha dichiarato il delegato per l’emergenza Covid della Regione Calabria, Antonio Belcastro, spiegando le modifiche apportate al bollettino regionale che indicava inizialmente un numero spropositato di ricoverati in terapia intensiva.

Belcastro ha fatto questa precisazione dopo che dalle analisi effettuate “è emerso che, in alcune Aziende ospedaliere, nei primi giorni di novembre si era verificato un aumento considerevole, e non in linea con i mesi precedenti, dei ricoveri in terapia intensiva. Grazie a una interlocuzione con i responsabili delle unità operative”, è stato verificato che in realtà erano stati ricoverati in rianimazione pazienti non gravi appunto per mancanza di posti letto nei reparti di medicina ordinari.

“L’aggiornamento del Bollettino regionale è stato necessario per permettere una più corretta classificazione dei casi”, ha spiegato Belcastro, che definisce “una speculazione priva di fondamento” le ipotesi sulle ‘manipolazioni’ delle cifre.

“Il trasferimento dei pazienti dalle Terapie intensive ai reparti di Malattie infettive e Pneumologia – ha sottolineato Belcastro – ha fatto aumentare il tasso di saturazione (16%) dei posti letto di area medica, mentre il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva (6%) è ancora lontano dalla soglia di allerta, fissata al 30%”.