Spacciavano droga davanti alle scuole, arrestati 3 minori nel Cosentino

Carlomagno

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I carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato tre minorenni accusati di aver spacciato droga nei pressi delle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile.  E’ successo a San Giovanni in Fiore, grosso centro nel cuore della Sila, dove persiste da qualche anno un dilagante e preoccupante fenomeno di spaccio. Dei tre giovani, uno è stato posto in una comunità, gli altri due tradotti in casa dalle proprie famiglie e potranno uscire accompagnati solo a scuola dove sono iscritti.

I provvedimenti sono stati emessi dal giudice presso il Tribunale per i minorenni di Catanzaro su richiesta dell’omonima procura. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra Febbraio e Dicembre 2020 e riguarda una fiorente attività di spaccio svolta dai tre minori nel comune florense.

Le indagini svolte dai Carabinieri scaturiscono da un servizio eseguito nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi degli istituti scolastici, denominato “Scuole Sicure”, svolto nel centro silano il 20 febbraio 2020, nel corso del quale i militari hanno sorpreso un minore, oggi maggiorenne, non destinatario di misura, in possesso di 78 involucri contenenti marijuana ed hashish, nonché la somma pari ad oltre 205 euro, riferibile all’attività di cessione dello stupefacente.

All’esito di quell’attività il giovane era stato segnalato alla Procura dei minori. In quella occasione veniva sequestrato al giovane lo smartphone, all’interno del quale era presumibile che contenesse prove attestanti la sua attività illecita.

Da lì, è stata realizzata una copia forense con contestuale analisi del contenuto dei dati del cellulare da cui emergeva una fitta rete di contatti con giovani e giovanissimi che continuamente chiedevano di rifornirsi di droga.

Quanto già acclarato attraverso l’attività di analisi dello smartphone veniva altresì rinforzato da un’attività di prevenzione da parte dei militari della Sezione operativa e della stazione carabinieri di San Giovanni in Fiore, i quali, in data 2 luglio 2020, durante un controllo su strada, sorprendevano due degli odierni indagati destinatari di misura in possesso di otto involucri contenenti marijuana e la somma contante di 850 euro suddivisa in banconote di vario taglio.

Nella successiva attività di perquisizione presso un immobile nella disponibilità della famiglia del minorenne venivano poi reperiti ulteriori 350 grammi di stupefacente. A seguito delle analisi di laboratorio è stato possibile stabilire che dalla droga sequestrata erano ricavabili 1.134 dosi di marijuana. La rivendita sul mercato delle stesse al dettaglio avrebbe fruttato un guadagno di 10.000 euro circa.

Tenuto conto della somma di denaro e del cospicuo quantitativo di stupefacente sequestrato, veniva dunque avviata una serie di attività tecniche, nel corso delle quali emergeva il coinvolgimento dei tre minori colpiti dal provvedimento cautelare in una fitta rete di spaccio di droga, svolta con particolare attenzione, utilizzando al telefono linguaggio criptico ed applicativi social per evitare di essere scoperti da eventuali attività di indagine. Infatti, molte delle comunicazioni viaggiavano attraverso le chat di messaggistica istantanea difficili da intercettare, ma opportunamente acquisite con l’analisi forense dei cellulari posti sotto sequestro.

Il quadro probatorio veniva altresì rinforzato da una serie di riscontri da parte dei militari che hanno sentito a sommarie informazioni i clienti abituali. Nel corso dell’attività sono stati individuati 37 ragazzi, di cui 12 ancora minorenni, due dei quali addirittura sotto i 14 anni di età, che con carattere di abitualità erano soliti rivolgersi agli odierni arrestati per avere hashish o marijuana.

Il costo per ogni singola dose variava tra i 5 e 10 euro che dovevano essere consegnati al momento della cessione dello stupefacente. Le cessioni avvenivano in posti concordati, prevalentemente sulle pubbliche vie cittadine, nei pressi degli Istituti scolastici, e nei luoghi di aggregazione giovanile, sovente anche senza preventivi accordi, ma in occasione del casuale incontro tra gli acquirenti e gli indagati, di cui era noto il possesso di stupefacente destinato alla cessione. Uno degli assuntori, benché ancora minorenne, in una settimana era stato capace di acquistare stupefacente per un importo di 160 euro.

Alquanto allarmante il fenomeno che è stato registrato nel comune florense. L’attività mette in risalto la giovane età degli assuntori, alcuni dei quali ancora sotto i 14 anni, che erano soliti utilizzare il denaro delle “paghette”, consegnato loro dai genitori per uscire con gli amici.

I minori sono stati ascoltati dai carabinieri alla presenza dei propri genitori, i quali erano del tutto sorpresi da quanto i loro figli avevano da raccontare. Gli stessi genitori, ignari di quanto avveniva nella loro vita,hanno preteso dai figli di raccontare ciò che avveniva nelle vie del paese e di riferire ai carabinieri i nomi degli spacciatori.

Alla luce del grave quadro emerso, tenendo conto inoltre della giovane età degli arrestati, dell’organizzazione dettagliata e fiorente dell’attività di spaccio, è stato possibile accertare la dedizione di ciascuno dei coinvolti nella diretta attività di spaccio di sostanze stupefacenti da epoca remota.

Per questi motivi, valutando come assolutamente sussistenti le esigenze cautelari, il gip presso il Tribunale per i minorenni di Catanzaro si è determinato nell’applicare, nei confronti dei tre indagati, una misura cautelare del collocamento in comunità e due misure della permanenza in casa, con l’autorizzazione ad allontanarsi per il tempo strettamente necessario alla frequenza scolastica presso gli istituti dove sono iscritti ai quali dovranno recarsi e ritornare accompagnati da un familiare o persona delegata.