Vicepresidente del Consiglio regionale Calabria Iacucci (Pd) indagato per corruzione

Oltre al sindaco di Rende Marcello Manna e la vice Annamaria Artese, c'è anche Franco Iacucci, vicepresidente del Consiglio regionale ed ex presidente della Provincia di Cosenza, tra i 72 indagati nell'inchiesta della Procura di Cosenza, denominata in codice "Malarintha"

Carlomagno

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Franco Iacucci

Oltre al sindaco di Rende Marcello Manna e la vice Annamaria Artese, c’è anche Franco Iacucci, vicepresidente del Consiglio regionale ed ex presidente della Provincia di Cosenza (PD), tra i 72 indagati nell’inchiesta della Procura di Cosenza, denominata in codice “Malarintha”, con cui è stata “decapitata” l’amministrazione comunale di Rende.

Carabinieri e Guardia di finanza stamane hanno dato esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di 24 indagati (tre arresti, oltre a divieti di dimora e interdizioni), accusati a vario titolo di corruzione, appalti truccati, peculato, frode, falso e abuso d’ufficio, per citare i capi più significativi.

Franco Iacucci è indagato per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio ai tempi in cui era presidente della Provincia di Cosenza.

In particolare, secondo l’accusa, Iacucci insieme a Massimino Aceto, Gregorio Barba e Claudio Le Piane, avrebbe messo a disposizione dell’imprenditore Massimino Aceto, finito ai domiciliari, presunte indebite somme di denaro “ricevendone – quale contropartita – un’utilità elettorale, nonché la promessa di illecite dazioni di denaro”.

Per gli inquirenti, “a fronte della consapevole e concreta impossibilità (stante l’esposizione a responsabilità contabile dell’ente) di procedere, in favore di Massimino Aceto, al pagamento di circa 70mila euro – in quanto derivante dall’esecuzione, sine titulo, da parte della società Aceto Group Srl, dei lavori pubblici relativi all’appalto per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali” stipulato il 10 ottobre del 2012, avrebbero incontrato lo stesso Aceto per prospettargli presunte soluzioni fraudolenti, al fine di “estinguere” il debito con il medesimo”.

La procura di Cosenza contesta all’imprenditore Massimino Aceto di aver fatto ottenere a Francesco Iacucci, candidato alle elezioni Europee del 2019, un “numero elevato di consensi nella zona della Locride” con l’ulteriore promessa “circa la messa a disposizione dell’indebita somma di circa 5mila euro (da detrarre dall’ammontare dei pretesi 70mila euro); e con l’avvocato Gregorio Barba la promessa – da parte di Massimino Aceto – del pagamento di “qualsiasi somma” a fronte dell’indebito recupero delle somme dal medesimo imprenditore pretese”. Alle Europee 19, Iacucci non venne eletto nella lista del Pd, ma racimolò 23.557 preferenze.

Per il giudice Piero Santese “risulta con sufficiente chiarezza che Aceto si è prodigato per aiutare Iacucci nella sua campagna elettorale”, come emerge dalle intercettazioni. Aceto avrebbe accompagnato Iacucci “finanche nel Vibonese e nella Locride per presentargli “famiglie” importanti della zona, capaci di muovere numerosi pacchetti di voti”. Aceto, secondo il gip, “ha ripetutamente offerto a Iacucci e successivamente a tale Barba “uno sconto” di 5mila euro sulle sue richieste indebite, 5mila euro che potevano essere presi da chi ritenesse”. Inoltre Aceto “ha riferito a Barba che gli avrebbe dato qualsiasi cosa pur di ottenere il pagamento; risultano contraddittori gli indizi in ordine alla sussistenza degli ulteriori presupposti di fatto del preteso patto corruttivo”.

Secondo il gip “non si può parlare di una “messa a disposizione della funzione”, in quanto, a differenza del capo 37, si è in presenza ne caso di specie di un unico episodio, con la conseguenza che va individuato l’atto contrario ai doveri d’ufficio che sarebbe stato posto in essere dallo Iacucci e dagli altri concorrenti, si ritiene che il quadro indiziario non sia sufficientemente delineato in relazione alla conclusione dell’accordo corruttivo, dal momento che Iacucci si è limitato a interessare della vicenda Le Piane e l’avvocato Barba, quest’ultimo quale legale, tant’è che Aceto si è anche lamentato del fatto che in un’occasione Iacucci non lo voleva ricevere”.