Naufragio Cutro, il perito della Procura: “Da Frontex informazioni fuorvianti”

Carlomagno

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L’imbarcazione naufragata a Steccato di Cutro immortalata da Frontex

“Le informazioni fornite da Frontex sulla rotta e sulla navigazione” alle autorità italiane nella notte del 26 febbraio scorso “sono state molto approssimative se non fuorvianti”. Arrivano a sorpresa, a pagina 9 della perizia, le parole del perito nominato dalla procura di Crotone per fare chiarezza su quanto avvenuto poco prima del terribile naufragio avvenuto quella notte a Steccato di Cutro.

I periti spiegano nella consulenza che “le prime richieste di soccorso lanciate dai migranti si attestano alle 4.12 del 26 febbraio”. Per i consulenti “ciò dimostra” che l’agenzia europea per la difesa delle frontiere Frontex non avrebbe agito in maniera corretta. Sono state 94 le vittime accertate della strage ma decine di persone non sono mai state ritrovate.

“Un altro dato certo su cui si è potuto fare affidamento, nel corso della redazione della presente relazione – si legge nel documento visionato dall’Adnkronos – per potere rispondere compiutamente al quesito formulato dal pm Pasquale Festa, sono i dati registrati dal radar di sorveglianza in dotazione alla Gdf ubicato in località Isola di Capo Rizzuto”. E’ l’ammiraglio Salvatore Carannante a firmare la perizia lunga 65 pagine.

Secondo quanto emerge anche dalla perizia il velivolo Eagle 1 ha individuato la sera prima, alle 22.26 (ora italiana) un’imbarcazione sospetta, indicandola come “possible migrant vessel”, e ha avvisato il Frontex Situation Center di Varsavia che alle ore 23.02 del 25 febbraio 2023 informa le agenzie italiane: lnternational Coordination Centre Rome di Pratica di Mare, National Coordination Center presso il Viminale e ltalian Marittime Rescue Coordination Centre.

In questa segnalazione Frontex ha fatto sapere che sul ponte era presente una sola persona con possibili altre persone sotto il ponte indicate da una significativa risposta termica dai boccaporti; che la barca aveva buona galleggiabilità, che non c’erano giubbotti di salvataggio visibili, che il mare era forza 4 e che erano state rilevate telefonate satellitari verso la Turchia. Dai calcoli del perito Carannante emerge “che la rotta media seguita dall’imbarcazione in questo lasso di tempo era di 325 e non 296 come indicato nel rapporto di missione” di Frontex e “con tale rotta, l’imbarcazione con i possibili migranti a bordo sarebbe giunta a Capo Rizzuto, ovvero in una posizione di circa 8 miglia nautiche più ad est dal luogo dove sono stati poi trovati i rottami del relitto”.