Presa in Danimarca Angela Farcas, regina delle Stazioni a “luci rosse”

Insieme ad altre tre persone gestivano un fiorente giro di prostituzione negli scali ferroviari del circondario di Siderno. Sfuggì alla cattura nel dimembre 2016

Carlomagno

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Presa in Danimarca Angela Farcas, regina delle Stazioni a
Angela Farcas

È stata rintracciata e fermata in Danimarca Angela Farcas, la donna che, secondo gli inquirenti reggini, rivestiva uno dei ruoli principali all’interno dell’organizzazione dedita allo sfruttamento ed al favoreggiamento della prostituzione emersa nell’ambito delle indagini che hanno portato all’operazione denominata “Stazioni a luci rosse”, condotta dai Carabinieri di Siderno nel dicembre 2016.

Al tempo, le indagini portarono alla luce un giro di prostituzione ad opera di varie donne straniere, che esercitavano principalmente presso gli scali ferroviari del circondario e sarebbero state sfruttate da Angela Farcas in collaborazione con altri soggetti già raggiunti da ordinanza di custodia cautelare. Nel 2016 erano stati già arrestati Francesco Oppedisano e Giovanni Macrì. L’ordinanza era indirizzata anche a due rumeni, un uomo e una donna, che riuscirono a sfuggire all’arresto. Ci furono anche altri indagati. Alcuni imputati, fra cui la Farcas, furono poi condannati nel processo.

La Farcas era l’unica indagata destinataria di provvedimento restrittivo che si trovava ancora a piede libero; all’atto dell’esecuzione dell’ordinanza, si era resa irreperibile, facendo perdere le proprie tracce.

L’intensa attività di investigativa finalizzata al suo rintraccio, estesa anche in ambito internazionale, ha consentito di rintracciare la donna in Danimarca dove è stata arrestata. La donna è attualmente in attesa di estradizione. Leggi l’operazione “Stazioni a luci rosse”

Secondo gli investigatori, i due rumeni, in concorso fra loro, con violenze consistite in brutalità, percosse e minacce di morte, nonché trattenendo i documenti di alcune donne, le controllavano a distanza nel luogo dove svolgevano l’attività di prostituzione, prendendo contatti diretti con i clienti, dando disposizioni circa la somma da richiedere quale controprestazione per i rapporti sessuali e percependo i proventi; con l’aggravante di aver commesso il fatto con violenza, minaccia, ai danni di più persone e minori degli anni ventuno.

La sola donna, è indagata anche per aver costretta una giovane connazionale ad interrompere la gravidanza, giunta alla decima settimana, mediante atti di violenza e minaccia consistiti fra l’altro nell’inveire verbalmente contro la donna al fine di recarsi in ospedale per abortire in particolare dicendo “se sei incinta ti picchio”, nonché accompagnandola all’Ospedale Civile di Locri per farla abortire. Fatto, questo che risale a luglio 2012.