‘Ndrangheta, 46 arresti tra Italia e Francia

Operazione congiunta tra Ros dei Carabinieri e Gendarmeria francese. Le accuse sono di traffico internazionale di armi e droga, nonché favoreggiamento di un latitante di mafia. L'inchiesta è coordinata dalla Dda genovese e dai magistrati francesi.

Carlomagno

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E’ di 46 arresti il bilancio di un’operazione congiunta tra i Carabinieri del Ros e di Imperia, insieme alla Gendarmeria francese di Marsiglia e Parigi contro esponenti della ‘ndrangheta calabrese da tempo radicati in Francia e ritenuti organici alle cosche “Gallico” di Palmi e “Magnoli” di Gioia Tauro. Sequestrati tra Italia e Francia beni per 900mila euro. L’operazione si chiama in codice “Ponente Forever”.

In particolare è stata data esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Genova su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di 14 indagati detenzione e traffico di armi e sostanze stupefacenti, nonché per fabbricazione e possesso di documenti d’identità falsi e procurata inosservanza di pena aggravate dalla modalità mafiosa per aver agevolato la latitanza di un affiliato alla ‘ndrangheta. In Francia sono stati eseguiti mandati per 32 persone, accusate di banda armata, associazione finalizzata all’importazione ed esportazione di stupefacenti e armi, riciclaggio e rapina.

Il risultato costituisce l’esito di una attività investigativa condotta, dapprima autonomamente dal Raggruppamento operativo speciale dell’Arma dei Carabinieri di Genova e poi, in sinergia con le Autorità francesi, nell’ambito di apposita Squadra Investigativa Comune, costituita, con il coordinamento di Eurojust e con l’ausilio del Magistrato di collegamento francese, dalla Procura di Genova, Direzione distrettuale Antimafia e Antiterrorismo e dal Jirs (Juridictions intérregionales spécialisées) di Marsiglia nel 2019, allorquando si sono evidenziate convergenze tra le investigazioni svolte in Italia e Francia che hanno riguardato Carmelo Sgrò, ritenuto legato, anche da vincoli parentali, alla cosca “Gallico” di Palmi ed un narcotrafficante francese in rapporti con la famiglia “Magnoli” di Gioia Tauro, da anni insediata in Costa Azzurra.

Le indagini, sviluppate in sinergia tra le Autorità giudiziarie francesi e italiane, hanno permesso di individuare l’esistenza di una rete attiva tra Italia, Francia, Belgio e Olanda interessata alla provvista e distribuzione di armi e di ingenti quantitativi di stupefacente di diversa tipologia.

In particolare, le indagini del Ros avviate nel 2018, hanno permesso di documentare plurime cessioni di narcotico (cocaina, hashish e marijuana) e armi (anche da guerra quali Skorpion e AK 47 – Kalashnikov) tra Sgrò e l’indagato francese posti rispettivamente a capo di reti operanti in Liguria e Costa Azzurra, con propaggini in Belgio e Olanda. L’indagine ha permesso di trarre in arresto in flagranza di reato 5 soggetti interessati alla movimentazione delle droghe e censire i canali di distribuzione dello stupefacente sul territorio ligure; nonché individuare un gruppo di albanesi che riforniva il circuito criminale di ingenti quantitativi di cocaina.

In tale quadro, ulteriori approfondimenti sul contesto familiare di Carmelo Sgrò hanno consentito di verificare che questi avrebbe favorito la latitanza di Filippo Morgante, esponente apicale della cosca “Gallico” provvedendo ai suoi spostamenti, fornendogli documenti d’identità falsi, mettendo a disposizione immobili anche all’estero (in Francia) e sostenendolo economicamente con i proventi dell’attività delittuosa.

Lo stesso Sgrò, inoltre, risulterebbe essersi avvalso di esponenti della cosca Gallico, legati alla famiglia di narcotrafficanti calabresi Magnoli stanziata a Vallauris, per recuperare in Francia una partita di 11 kg di cocaina sottrattagli dagli indagati francesi e approvvigionati da un gruppo di albanesi.

Le indagini sviluppate dalla Gendarmeria Francese, avviate a seguito di un ingente sequestro di hashish proveniente dalla Spagna, oltre a confermare i rilevanti interessi nel settore del narcotraffico, hanno inoltre consentito di raccogliere elementi di indagine sulla disponibilità da parte dei soggetti dimoranti in Francia di numerosi immobili adibiti alla lavorazione e stoccaggio degli stupefacenti, e di accertare articolate operazioni di riciclaggio dei proventi illeciti effettuate mediante l’acquisto di beni, immobili di lusso e attività commerciali in Francia.