‘Ndrangheta, sequestrati beni a un imprenditore

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

La Direzione Investigativa Antimafia, su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni nei confronti di un soggetto residente nel comasco.

Il sequestro giunge all’esito di approfondite indagini patrimoniali delegate al Centro Operativo D.I.A di Milano dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti dell’intero nucleo familiare del soggetto.

Quest’ultimo è stato ritenuto socialmente pericoloso sulla base di un ‘curriculum criminale’ ultratrentennale iniziato nel 1988 durante il quale oltre a riportare numerose condanne per reati predatori (associazione per delinquere, ricettazione, rapine e furti anche di auto di lusso) è risultato gravemente indiziato di appartenere a una cosca mafiosa di matrice ‘ndranghetista.

L’uomo era già stato indagato nell’ambito di pregressa operazione antimafia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che nel luglio 2016 aveva portato all’arresto di 40 soggetti affiliati e contigui alla ‘ndrangheta. In tale contesto l’indagato venne ritenuto partecipe nel favorire l’attività imprenditoriale del sodalizio criminale quale socio occulto in alcune aziende al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione.

Ulteriori indizi di responsabilità sono emersi dall’analisi svolta dalla D.I.A su numerose segnalazioni di operazioni finanziarie sospette che hanno messo in luce i collegamenti fra tre società di giochi e scommesse riconducibili all’indagato e alla criminalità organizzata.

La ricostruzione della situazione economico-finanziaria dell’intero nucleo familiare ha
evidenziato che i beni sequestrati oggi dalla D.I.A sono stati acquistati, costituiti, capitalizzati ed alimentati in costanza di sperequazione rispetto ai redditi dichiarati. Sulla base del compendio probatorio sono altresì emersi indizi sufficienti per ritenere quei beni il frutto o il reimpiego delle attività illecite del prevenuto.

Inoltre sussistendo motivi di particolare gravità, con il medesimo provvedimento il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto nei confronti dello stesso l’applicazione provvisoria dei divieti
previsti dal codice antimafia con cui in sintesi viene inibito all’uomo di ottenere tra l’altro
licenze o autorizzazioni di polizia e di commercio.

Il sequestro, che è stato eseguito con la collaborazione dell’organo collaterale svizzero nell’ambito delle ordinarie procedure di cooperazione internazionale, ha riguardato posizioni finanziarie e quote azionarie relative a 8 società informatiche aventi sedi legali in Milano, Roma e Canton Ticino (Chiasso) attive nel campo del settore delle scommesse e lotterie.

Nel dettaglio le società interessate dal provvedimento di sequestro risultano capitalizzate complessivamente per oltre 6 milioni di euro e nell’ultimo biennio hanno conseguito volumi d’affari complessivamente per oltre 15 milioni di euro.