‘Ndrangheta, arrestato un ricercato a Sant’Onofrio

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

I Carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia e i colleghi Cacciatori di Calabria hanno arrestato Domenico Bonavota, di 41 anni, ricercato da due anni e destinatario di una misura nell’ambito della maxi inchiesta di ‘ndrangheta “Rinascita Scott”.

L’uomo, considerato un esponente dell’omonimo clan, era in un’abitazione di Sant’Onofrio, storico feudo dei Bonavota, quando i militari hanno fatto irruzione nella notte, catturandolo.

Domenico Bonavota è latitante dal 27 novembre 2018, dopo che si era sottratto all’ordinanza di custodia cautelare in carcere relativa all’operazione “Conquista”, emessa dal giudice di Catanzaro su richiesta della Dda, dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per omicidio, detenzione di armi ed estorsione.

Durante il periodo di latitanza è stato anche raggiunto da un ulteriore provvedimento restrittivo con l’operazione “Rinascita-Scott”, del dicembre 2019, in cui è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso con il ruolo di capo-promotore della Locale di Sant’Onofrio.

Recentemente è stato ulteriormente raggiunto dal fermo di indiziato di delitto relativo all’operazione “Imponimento”.

Oltre al latitante sono stati tratti in arresto Pino Lucio Laria, di 45 anni, affittuario della casa dove è stato trovato Bonavota, e Antonino Ruggiero, di 23 anni, trovato in compagnia del ricercato.

Domenico Bonavota, terminate le formalità di rito è stato tradotto presso il carcere di Vibo Valentia mentre gli altri due arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari.