Omicidio Polito, condannato all’ergastolo Francesco Pannace

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
La vittima Carmelo Polito e il luogo omicidio

È stato condannato all’ergastolo Francesco Pannace, il 34enne accusato dell’omicidio di Carmelo Polito, avvenuto l’1 marzo 2011 a San Gregorio d’Ippona, nel vibonese. Un delitto commesso insieme ad un’altra persona mentre la vittima, raggiunta da numerosi colpi di pistola, camminava tenendo per mano il figlio di 6 anni.

La sentenza è stata pronunciata dal gup distrettuale di Catanzaro Filippo Aragona, che ha accolto le richieste della Dda di Catanzaro. La difesa, che aveva ottenuto il giudizio abbreviato, aveva chiesto l’assoluzione.

Il difensore di Pannace, l’avvocato Giovanbattista Puteri, nella scorsa udienza aveva chiesto i termini a difesa dopo il deposito, da parte del pm Andrea Mancuso, dell’ordinanza cautelare nei confronti di Giuseppe Pannace, cugino dell’imputato, e Rosario Fiorillo, in quanto ritenuti dall’accusa, rispettivamente, l’altro esecutore e il mandante del delitto.

Il rito abbreviato era stato condizionato ad una consulenza fisiognomica comparativa richiesta a suo tempo al gup distrettuale di Catanzaro dall’avvocato Puteri. Perizia che sarebbe andata a comparare le immagini delle telecamere che hanno ripreso il delitto di Giuseppe Prostamo, del 4 giugno dello stesso anno – per il quale l’imputato è stato condannato con sentenza definitiva a 30 anni di reclusione – con quelle dell’agguato a Polito. A parere della difesa non si sarebbe trattato della stessa persona. Circostanze che però non hanno retto al vaglio del giudice.