MIRTO – CROSIA (COSENZA) – Brutta avventura a Crosia, nel Cosentino, per un pastore di 51 anni. Mentre stava pascolando il suo gregge, R.P., è stato inghiottito da un pozzo d’irrigazione profondo oltre 12 metri e largo circa un metro. L’uomo, è il caso di dire, ha visto la morte in faccia tra le pareti anguste e buie del “tubo” che, da quanto appreso, non era né segnalato né protetto.
L’uomo è precipitato nel pozzo – fortunatamente privo d’acqua – attorno alle 17 di ieri pomeriggio restando isolato, ferito e in preda allo sconforto per oltre 8 ore. Il salvataggio è avvenuto attorno all’1.30 di notte per mano dei Vigili del fuoco e con l’ausilio dei Carabinieri.
Per tutte queste ore, sotto choc, R.P. è comunque riuscito a gridare aiuto per attirare l’attenzione. Intanto, i familiari, non vedendolo rientrare, avevano lanciato l’allarme a tarda sera. Allertati vigili e carabinieri, militari e tute rosse si sono recati immediatamente sul posto dove hanno iniziato a setacciare l’area alla ricerca del malcapitato. Per fortuna le flebili grida dell’uomo, sono state udite dai soccorritori che si sono subito resi conto della gravità del caso.
Col mezzo dei “Pompieri”, dotato del sacco “Saf” (Soccorso alpino e fluviale), un vigile si è calato con l’attrezzatura all’interno del pozzo. Giunto in fondo, il soccorritore ha imbracato l’uomo e pian piano i due sono risaliti in superficie. Un intervento di salvataggio che è durato circa un’ora.
Sottratto alla morte, il pastore è stato soccorso dai sanitari del 118 per poi essere trasportato all’ospedale “Annunziata” di Cosenza dove è stato ricoverato in prognosi riservata. R.P., nella caduta ha riportato contusioni e fratture, ma non sarebbe in pericolo di vita.