ROMA – Il senatore cosentino Tonino Gentile, da poco eletto coordinatore nazionale di Ap, lascia il partito di Alfano per riavvicinarsi a Forza Italia. Tuttavia, alle prossime elezioni politiche salterà un turno non ricandidandosi in Parlamento.
“Mi dimetto dalla carica di Coordinatore Nazionale di Alternativa Popolare”, dice Gentile, che è attualmente sottosegretario allo sviluppo economico. “Il progetto di costituire una forza di centro autonoma, liberale e riformista – spiega il senatore – al quale molti di noi avevano fermamente creduto è fallita”.
“Non voglio assegnare responsabilità ad alcuno – sottolinea – ma ho trovato un partito sfasciato e ingestibile senza alcuna capacità reattiva che per sopravvivere è alla ricerca di una innaturale mutazione genetica che lo spinge fortemente a sinistra”.
Una tendenza che porta Gentile a invitare “i singoli parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali, sindaci e militanti di Alternativa Popolare a votare per l’unica forza moderata e liberale esistente rappresentata da Forza Italia e dal suo Presidente Silvio Berlusconi”.
“È mancata la sincerità e ho riscontrato mancanza di valori. Per rispetto della mia reputazione e per onestà preferisco interrompere qui la mia esperienza di partito e parlamentare. Ringrazio Renzi e Gentiloni. E’ necessaria per me una pausa”.
L’avventura di Gentile insieme ad Alfano era iniziata con la fondazione di Ncd, (poi Ap), partito che aveva deciso di sostenere il governo delle larghe intese con Letta, Renzi e Gentiloni dopo che Berlusconi passò all’opposizione in seguito alla rottura del cosiddetto patto del Nazareno.
Fibrillazioni nella maggioranza di centrosinistra che sostiene il governatore Mario Oliverio. Il fratello di Tonino Gentile, Pino (vice di Irto), è pronto a seguire con i suoi le orme del senatore.
Anche il senatore catanzarese Piero Aiello, coordinatore regionale di Alternativa popolare si appresta a lasciare il partito e aderire a Forza Italia. Insieme a lui una serie di esponenti politici che sono organici ai potentati elettorali di Cosenza e Catanzaro. E Oliverio, che si regge anche grazie agli arti del centrodestra alfaniano, potrebbe essere pesantemente indebolito.