Giovanna Leonetti, la biologa cosentina di 37 anni che lo scorso 20 febbraio ha soffocato e ucciso la figlioletta Marianna di sette mesi, sarebbe “incapace di intendere e di volere”.
Lo dice una perizia psichiatrica di parte presentata dagli avvocati della donna, Marcello Manna e Pierluigi Pugliese, al magistrato Alfredo Cosenza.
Leonetti, dopo l’omicidio della piccola è stata arrestata e, incompatibile con il regime carcerario, ha trascorso un lungo periodo di degenza all’ospedale di Cosenza e attualmente si trova ai domiciliari in una struttura sanitaria.
La mattina del 20 febbraio 2016 la donna avrebbe soffocato con un cuscino la bimba perché la notte piangeva e si lamentava. Giovanna Leonetti, che lavorava presso un laboratorio di analisi, era sopraffatta per la stanchezza dovuta al fatto che la notte la bambina non la faceva dormire.
Dopo il delitto, secondo i resoconti di allora, la biologa chiamò la madre per dirle del gesto e avrebbe tentato il suicidio con una massiccia dose di psicofarmaci. Teatro del dramma, un appartamento di via Molinella, in pieno centro a Cosenza. Per la bimba non ci fu nulla da fare. E’ arrivata all’Annunziata già senza vita.