2 Maggio 2025

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Allerta meteo, forti raffiche di vento in Calabria

maltempo al sudDal sereno e caldo afoso di questi giorni ad un generale peggioramento in Calabria. La perturbazione di origine atlantica continua a interessare le regioni settentrionali, determinando condizioni di marcata instabilità caratterizzata da piogge e temporali, specie sui settori alpini. Al sud si registra un deciso rinforzo dei venti, scrive nel bollettino la Protezione civile.

L’avviso prevede il persistere di precipitazioni, a prevalente carattere di rovescio o temporale, su Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Dal pomeriggio di giovedì 10 agosto si prevedono inoltre precipitazioni, a prevalente carattere di rovescio o temporale, su Toscana e Trentino Alto Adige. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento.

L’avviso prevede poi dalla mattinata di venerdì 11 agosto e per le successive 24/48 ore, venti forti con raffiche di burrasca, sulla Campania, in estensione a Calabria e Sicilia, con possibili mareggiate lungo le coste esposte.

Maltempo, allerta al nord e venti forti al Centrosud

Una perturbazione atlantica continua ad interessare il Nord, con condizioni di marcata instabilità, piogge e temporali, specie sui settori alpini. Al sud si registra un deciso rinforzo dei venti. La Protezione Civile ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteo avverse che integra ed estende quello di mercoledì e che prevede il persistere di precipitazioni su Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

Dal pomeriggio di giovedì 10 agosto, si prevedono inoltre temporali, su Toscana e Trentino Alto Adige. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. L’avviso prevede poi dalla mattinata di domani (venerdì) venti forti con raffiche di burrasca, sulla Campania, in estensione a Calabria e Sicilia, con possibili mareggiate lungo le coste esposte. Fino a domani (venerdì) è allerta arancione per rischio idrogeologico sui settori settentrionali di Lombardia e Veneto, e allerta gialla su buona parte del nord Italia.

Vigili fuoco, non c’è certezza su disperso Albarella

“Per il momento non abbiamo notizie certe di un disperso ad Albarella”: lo ha detto all’Ansa l’ing. Paolo Maurizi, responsabile della colonna mobile regionale dei vigili del fuoco di Veneto e Trentino Alto-Adige, in relazione alle ricerche di un uomo che secondo alcuni testimoni sarebbe stato inghiottito da un’onda durante la tromba d’aria che ha investito il litorale veneto nel pomeriggio. A dare per prima la notizia era stata l’Ulss 5 che stasera ha precisato che nessuna denuncia di scomparsa è stata presentata sino ad ora. “La sala operativa dei vigili del fuoco – ha spiegato Maurizi – aveva ricevuto delle segnalazioni che parlavano di un uomo sul molo di Albarella travolto da un’onda, ma al momento non siamo certi della presenza di un disperso”.

Nel veneziano una cinquantina al pronto soccorso

Sono una cinquantina le persone che hanno dovuto ricorrere alle cure dei Pronto soccorso degli ospedali della riviera veneziana in seguito al passaggio della tromba d’aria che ha colpito con veemenza le zone di Cavallino-Treporti, Caorle, Jesolo e Bibione. Tutti sono giunti nei vari ospedali per ferite da trauma provocate da oggetti volanti che li hanno investiti. Le condizioni più preoccupanti sono quelle di una donna straniera colpita da un albero a Cavallino-Treporti e trasferita in elicottero in ospedale. Per il resto, i feriti, tutti lievi, sono stati accolti a Portogruaro (21), Jesolo (20) e Bibione (7), mentre a Caorle non si registrano per il momento accessi.

Violenta grandinata in Trentino Alto Adige

Una violentissima grandinata ha interessato la vallata dell’Adige lungo l’asse che va da nord di Bolzano sino agli abitati di Laives e di Caldaro a sud del capoluogo, arrivando fino a Trento. La violenta tempesta, ieri sera, accompagnata da raffiche di vento ha causato la caduta di alberi che per un breve periodo hanno portato alla chiusura del traffico sul tratto ferroviario tra Bolzano e Merano. Debbono essere ancora valutati i danni ai meleti ed ai vigneti a nord di Trento, che potrebbero essere ingenti, visto che i chicchi di grandine in alcuni casi erano grandi come uova. Il violento temporale ha interessato anche la parte meridionale della val d’Isarco.

Temporale a Firenze

Un violento temporale si è abbattuto su Firenze causando caduta di alberi, di pietre dalle facciate di palazzi, allagamenti e black out. La Regione Toscana ha emesso un avviso per forte vento e temporali fino a domani sera, anche per la costa toscana. Il capoluogo è stato sferzato da pioggia mista a grandine per poco più di mezzora e la linea 1 della tramvia è rimasta bloccata per un blackout. Circa 80 le chiamate ai vigili del fuoco, ma non si lamentano danni a persone.

A causa del temporale l’Opera di Santa Maria del Fiore ha chiuso, per motivi di sicurezza, l’accesso alla Cupola del Brunelleschi e al Campanile di Giotto per una trentina di minuti: le persone che si trovavano sui monumenti sono state fatte scendere e messe al riparo dentro la Cattedrale. Anche che due sale del Museo del Duomo sono state chiuse al pubblico momentaneamente a causa di un pozzetto che per le intense piogge non riceveva. Sempre a causa della forte pioggia qualche infiltrazione anche nella biblioteca Magliabechiana agli Uffizi: nessun danno però, si spiega dal museo.

Ripresa circolazione linea Fs Trieste-Venezia

La linea ferroviaria Venezia-Trieste dalle ore 20.45 ha ripreso la normale circolazione fra Latisana e Portogruaro e fra S. Stino di Livenza e Portogruaro, interrotta per i danni dovuti al maltempo. Rallentamenti fino 150′ sono stati registrati per 3 Frecce, di 180′ per un Intercity e 8 Regionali, una Freccia e 6 Regionali sono stati limitati, 5 Regionali cancellati.

Calci e pugni a conoscenti, denunciati tre giovani nel Cosentino

Carabinieri San Fili San Vincenzo La CostaI militari delle stazioni di San Fili e Luzzi, dipendenti della compagnia Carabinieri di Rende, hanno denunciato in due distinti episodi tre persone con l’accusa di lesioni personali.

A San Vincenzo La Costa, i militari hanno deferito in stato di libertà un 18enne e un 19enne entrambi del luogo, dopo aver accertato che i due giovani a seguito di una lite scaturita per futili motivi aggredivano, colpendoli con calci e pugni, un 24enne e un 58enne anche loro del posto, procurando al primo lesioni giudicate guaribili in sette giorni.

I militari di Luzzi, hanno denunciato invece un 19enne del luogo, dopo che il giovane, a seguito di una lite nata per futili motivi aggrediva e picchiava un 65enne, cagionandogli lesioni giudicate guaribili in 25 giorni.

Fanno shopping senza pagare, arrestate due ladre seriali a Rende

Centro commerciale MetropolisIn poche ore hanno commesso furti seriali in alcuni negozi all’interno del centro commerciale Metropolis di Rende (CS), ma sono state scoperte, rintracciate e arrestate dai carabinieri della locale compagnia. Si tratta di due giovani donne, una 23enne e una 35enne, entrambe cosentine.

L’accusa per loro è di furto continuato in concorso. Secondo quanto ricostruito, le due ieri pomeriggio con la scusa di fare shopping si sono introdotte in alcuni negozi di abbigliamento, cosmetici e calzature siti all’interno del “Metropolis” asportando vestiti e altra merce per poi filare via senza passare per la cassa.

Le due donne, che erano state notate più volte nei parcheggi sotterranei del centro commerciale intente a cambiarsi i vestiti, all’arrivo dei militari, sono state bloccate all’interno della propria autovettura con addosso scarpe e indumenti asportati poco prima.

La refurtiva, dal valore commerciale di 500 euro, veniva immediatamente restituita ai legittimi proprietari. Le arrestate, al termine delle formalità di rito, venivano riaccompagnate presso le rispettive abitazioni, in regime di arresti domiciliari, in attesa di rito direttissimo fissato per la mattinata odierna.

Rissa a Tortora (Cosenza), arrestate 5 persone

rissaHanno litigato per futili motivi e poi se le sono date di santa ragione. Cinque persone, tre di Tortora e due villeggianti occasionali residenti in un villaggio turistico della zona, sono stati arrestati e posti ai domiciliari per rissa dai carabinieri della Compagnia di Scalea.

E’ accaduto nella frazione Marina di Tortora dove i militari sono intervenuti, a seguito di una segnalazione giunta al 112, per sedare la violenta rissa scatenatasi sotto gli occhi di numerosi turisti.

Inizialmente, da quanto è stato ricostruito, c’è stata una discussione tra le due parti poi degenerata e finita a schiaffi e pugni tra i partecipanti.

Solo l’arrivo dei carabinieri ha permesso di calmare gli animi e, così, i litiganti sono stati divisi e accompagnati nel punto di primo soccorso dove a tutti sono stati riscontrate varie contusioni multiple. L’arresto è stato convalidato ed è stata imposta a tutti la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Furto di merce in un bar tabacchi di Cosenza, preso

controlli polizia stradaleTrovato in possesso di merce, per un valore totale di circa 25 mila euro, risultata rubata poche ore prima in una tabaccheria di Cosenza, un giovane di 29 anni, originario di Napoli e residente nella provincia di Modena, è stato arrestato dagli uomini della Sottosezione di Lagonegro (Potenza) della Polizia stradale.

Il giovane è stato fermato durante controlli della Polstrada lungo il tratto lucano dell’A2 Salerno-Reggio Calabria: nella sua automobile sono stati trovati “numerosi tagliandi di “Gratta & Vinci”, un ingente quantitativo di tabacchi e – è spiegato in comunicato diffuso dalla Questura di Potenza – una busta contenente monete di cui non riusciva a giustificare la provenienza”.

Trovati due carichi con 220 chili di cocaina pura a Gioia Tauro

Personale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro, hanno individuato e sequestrato altri due ingenti carichi di cocaina purissima nel porto gioiese.

Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di due distinti container, provenienti dal porto brasiliano di Santos, uno individuato dai finanzieri calabresi contenente cellulosa e destinato a Napoli e l’altro, sul quale era giunta specifica segnalazione del Ministero dell’Interno – Direzione centrale per i servizi antidroga, trasportante bobine d’acciaio, era diretto a Ploce (Croazia).

Nel complesso, sono stati eseguiti una serie di incroci documentali e controlli anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner su un congruo numero di contenitori, appositamente selezionati, che hanno consentito di porre a sequestro il rilevante carico di droga.

La cocaina, contenuta in vari borsoni e suddivisa in 200 panetti, per un totale di 220 chili, se messa in commercio avrebbe fruttato la bellezza di circa 44 milioni di euro.

L’attività delle Fiamme Gialle, in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, nei primi otto mesi dell’anno, ha portato a sequestrare oltre 1.000 chilogrammi di cocaina purissima (per comprendere l’enorme quantitativo dello stupefacente tolto dalla circolazione sotto il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, si può parlare di una striscia ininterrotta di circa 150 chilometri di cocaina).

Terremoto di magnitudo 4.3 a largo di Paola. Esperto: Sprofonda l’antico oceano Tetide

Terremoto Paola CosenzaUna scossa di terremoto di magnitudo 4.3 è stata registrata alle ore 4:38 di stamane 11 agosto 2017 a largo della costa tirrenica meridionale, in provincia di Cosenza, con epicentro a una ventina di chilometri da Paola.

Secondo i rilevamenti effettuati dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto la rottura di faglia ad alta profondità: 227 chilometri.

Non risultano segnalazioni di danni a persone o cose. In linea d’aria, i centri più vicini alla zona dell’epicentro sono molti paesi costieri tra l’alto e il basso Tirreno cosentino, fra cui Belvedere Marittimo, Guardia Piemontese, Acquappesa, Cetraro, Paola e Amantea. Il sisma è avvenuto a 46 chilometri da Cosenza e a 56 da Lamezia Terme.

All’origine del terremoto di stanotte nel Cosentino, a giudizio degli esperti sarebbe “il graduale sprofondamento dell’antico oceano Tetide sotto il Mar Tirreno. ”L’antico oceano Tetide sprofonda sotto il mantello terrestre e si piega sotto la costa della Calabria, del Cilento e della Sicilia, dando luogo a un’attività sismica particolarmente profonda”, ha detto all’Ansa Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv.

antico oceano tetide

Questo graduale scivolamento di una placca sotto l’altra (subduzione) è simile a quello osservato in alcune aree dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano; nel fenomeno al largo della costa calabra la crosta terrestre più la parte più esterna del mantello (litosfera), che costituisce il relitto dell’antico oceano Tetide, sprofonda in verticale nella zona più interna mantello, generando terremoti profondi.

”La profondità – ha spiegato l’esperto – è ben maggiore di quella dei terremoti che avvengono nell’Appennino e nella stessa Calabria, e che è generalmente compresa tra 15-20 chilometri”. La profondità elevata attutisce molto l’energia del terremoto e lo fa avvertire di meno rispetto a quelli della stessa magnitudo che avvengono più in superficie.

Dal 2005, ha rilevato Amato, nell’area ci sono stati 20 terremoti di magnitudo superiore a 3.5, di questi, 4 sono stati di magnitudo superiore a 4.0. Il più forte dei 20 è stato il terremoto di magnitudo 5.1 registrato nel Mar Tirreno il 17 dicembre 2008, avvenuto alla profondità di 269 chilometri

A ottobre 2017 un’asteroide sfiorerà il pianeta Terra

asteroide 2012 TC4 ricostruzione Esa
Ricostruzione Esa

Mentre entra nel vivo lo sciame delle “stelle” cadenti d’agosto, si avvicina rapidamente alla Terra un “intruso” destinato a far parlare molto di sé: è l’asteroide 2012 TC4, un piccolo “sasso” spaziale dal diametro compreso fra 15 e 30 metri, che il 12 ottobre 2017 sfiorerà letteralmente il nostro pianeta passando alla distanza di “soli” 44.000 chilometri.

Dopo aver giocato a nascondino con gli astronomi dal 2012, ora l’asteroide è di nuovo nel mirino dei telescopi, pronto a mettere alla prova i sistemi di difesa planetaria contro gli oggetti celesti che ci orbitano pericolosamente vicini. Proprio durante una campagna di osservazione di questi cosiddetti Neo (Near-Earth Object), condotta dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e dall’Osservatorio europeo australe (Eso), l’asteroide è stato recentemente individuato dal Very Large Telescope (Vlt) in Cile dopo una ‘latitanza’ di ben 5 anni: la sua scoperta risale infatti al 2012, quando venne avvistato per la prima volta dall’osservatorio Pan-STARRS delle Hawaii.

Allora gli astronomi capirono subito che l’asteroide aveva già un appuntamento con la Terra fissato per l’ottobre 2017, ma poi, per colpa della sua orbita, lo persero di vista, non riuscendo così a prevedere di quanto si sarebbe avvicinato. Le ultime osservazioni hanno invece rivelato che dovrebbe passare ad una distanza di 44.000 chilometri.

Finché l’asteroide rimarrà visibile, gli astronomi cercheranno di studiarlo per ottenere il maggior numero di informazioni possibili, anche sulla sua composizione. L’eventuale ingresso nell’atmosfera di un corpo celeste di tali dimensioni potrebbe scatenare un’esplosione simile a quella avvenuta nel 2013 a Chelyabinsk, in Russia.

La campagna di osservazione, che rientra in una più ampia iniziativa internazionale coordinata dalla Nasa, sarà un’ottima opportunità per testare la capacità di identificare e tracciare i Neo, oltre che le strategie da assumere in caso di reale minaccia.

Funzione Beta per i pagamenti con WhatsApp

Whatsapp a pagamentoWhatsApp sempre più vicina ai pagamenti elettronici. In una nuova versione beta (quindi in fase sperimentale) dell’applicazione per Android sarebbe stato avvistato in rete il supporto a Payments, un sistema di pagamento sfruttabile dagli utenti.

Dovrebbe trattarsi di una modalità per trasferire denaro tramite UPI (Unified Payments Interface), da banca a banca: insomma, oltre ai messaggi gli utenti potranno inviare su WhatsApp anche denaro ai propri contatti.

Un servizio che l’app WeChat offre già in Cina. WhatsApp, a questo punto, seguirebbe la strada già presa per ora solo negli Stati Uniti da Facebook Messenger, altra app dell’universo di Mark Zuckerberg.

Indiscrezioni sui pagamenti via WhatsApp erano già emerse ad aprile scorso, grazie al sito indiano The Ken, poiché era sembrato che il lancio della funzione dovesse avvenire in via sperimentale proprio in quel paese.

Secondo le rilevazioni qualche giorno fa, WhatsApp ha raggiunto il traguardo di un miliardo di utenti giornalieri, che salgono a 1,3 miliardi su base mensile. Nel febbraio 2016 la compagnia, di proprieta’ di Facebook, aveva invece reso noto il raggiungimento del miliardo di utenti attivi mensilmente.

Ogni giorno, ha fatto sapere WhatsApp sul suo blog, gli utenti si scambiano 55 miliardi di messaggi. Le foto condivise quotidianamente sono 4,5 miliardi; 1 miliardo i video. L’applicazione supporta al momento 60 lingue. (Ansa)

Crotone, Nicola: “Quest’anno per salvezza servono almeno 40 punti”

Davide Nicola
Davide Nicola

“Reset è la parola giusta. Dobbiamo mettere da parte la passata stagione. Sappiamo quanto valiamo. Per la salvezza le difficoltà sono aumentate. Dobbiamo pensare che l’obiettivo da raggiungere è quello dei 40 punti”.

Lo ha detto l’allenatore del Crotone, Davide Nicola, incontrando i giornalisti in vista della gara di sabato in Coppa Italia in casa col Piacenza. Riferendosi alla partita con gli emiliani, Nicola ha detto che il Crotone “giocherà assolutamente per passare il turno. Ci sono 18-19 calciatori che sono pronti perché hanno fatto un ottimo lavoro in ritiro”.

“E poi – spiega ancora Nicola – c’è qualcuno che ancora deve completare il lavoro. Vorrei vedere in campo, comunque, la giusta mentalità già subito. Mi piacerebbe passare il turno per poter far giocare di più la squadra e mettere in forma i ragazzi. Il Piacenza ha vinto due volte in Coppa Italia. È una squadra rognosa e questo ci obbligherà a trovare subito ritmo e mentalità”.

Strage in Puglia, Minniti: “Risposta Stato sarà dura”. Boss e cognato giustiziati

Mario Luciano Romito in una foto diffusa dalla Polizia
Mario Luciano Romito in una foto diffusa dalla Polizia

FOGGIA – C’è sconcerto per la strage in Puglia dove in un agguato mafioso a San Marco in Lamis sono stati uccisi un boss e il cognato e poi due contadini che avevano probabilmente assistito al duplice omicidio.

Un commando a bordo di un’auto ha prima ucciso mercoledì Mario Luciano Romito, ritenuto un mammasantissima del Gargano, il cognato Matteo De Palma, di 44 anni e poi, a distanza di 500 metri i sicari hanno raggiunto due fratelli contadini che sarebbero stati uccisi in quanto testimoni inconsapevoli dell’eccidio. Si chiamavano Luigi e Aurelio Luciani, rispettivamente di 47 e di 43 anni. Al momento si indaga per accertare se avessero un appuntamento o collegamento con Romito o se siano del tutto estranei all’episodio.

Il punto sulle indagini

Intanto, proseguono serrate le indagini per risalire agli autori. E’ stata ritrovata bruciata l’auto utilizzata dai killer, che con ogni probabilità sono poi fuggiti a bordo di un’altra vettura.

Per tutta la notte sono state ascoltate persone e compiute perquisizioni nell’ambito delle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Foggia per fare luce sulla strage.

I militari nella notte hanno ascoltato una decina di persone tra amici e parenti delle vittime, ma finora – a quanto si è appreso – non è stato possibile trarre nessun elemento utile per le indagini. Stesso risultato alla fine delle perquisizioni effettuate, più di una decina. Per quanto riguarda la scena del delitto, prima di poter mettere un punto fermo sulla ricostruzione effettuata dagli investigatori, sarà necessario attendere la comparazione balistica che verrà effettuata dal Ris, che dovrà stabilire con certezza se, ad esempio a sparare contro il Fiorino e, quindi contro i due contadini, siano state le stesse armi che hanno fatto fuoco ed ucciso Romito e il cognato.

L’assalto a colpi di Kalashnikov e fucili da caccia

Diverse decine le cartucce repertate che sono state sparate da un fucile d’assalto AK 47 Kalashnikov e da un fucile da caccia calibro 12. Le indagini, a detta dei militari, al momento non hanno una pista privilegiata. Non viene, cioè, tralasciata alcuna pista e alcuna ipotesi. “Al momento – si è appreso dagli investigatori – stiamo verificando se sia vera la possibilità che il boss si trovasse lì per un appuntamento o se la sua presenza sia stata del tutto casuale. Così come stiamo verificando ogni particolare della vita dei due contadini, anche se al momento emerge che sarebbero del tutto estranei alla vicenda”.

Non è improbabile che gli omicidi di ieri si possano comunque collegare ad una vendetta per quanto accaduto circa un mese fa, proprio alla periferia di Apricena, con l’uccisione di due persone o che l’agguato possa essere inserito in un contesto più ampio di guerra per la conquista del territorio per la droga proveniente dall’Albania, un “business” che fa gola a vari gruppi della malavita locale e che potrebbe aver scatenato una vera e propria guerra.

L’autopsia: “Giustiziati con colpi alla nuca”

E’ stato ucciso con due fucilate alla nuca il boss di Monte Sant’Angelo Mario Luciano Romito. E’ quanto è emerso dalle autopsie eseguite nell’istituto di medicina legale di Foggia delle quattro vittime dell’agguato a San Marco in Lamis. La stessa sorte è toccata al cognato di Romito, Matteo de Palma, che era l’autista del boss: anche lui è stato ucciso con un colpo di fucile alla nuca. I due fratelli contadini, uccisi perché testimoni involontari del duplice omicidio, sono stati giustiziati con colpi sparati a distanza ravvicinata.

Minniti a Foggia: “La risposta dello Stato sarà durissima”

Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha presieduto a Foggia il comitato per l’ordine e la sicurezza per fare il punto della situazione su un massacro che ha generato molte reazioni di sdegno: “La risposta dello Stato rispetto all’uccisione di cittadini inermi e innocenti sarà durissima”, ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, al termine della riunione. “E’ questa una grande questione del paese”, ha aggiunto, sottolineando che non riguarda solo la provincia di Foggia.

“Il controllo del territorio è la prima risposta: 192 unità aggiuntive – ha annunciato il titolare del Viminale – arriveranno in provincia di Foggia, la prima parte già stasera” e tra loro anche “4 appartenenti ai Cacciatori di Calabria” reparto speciale dei Carabinieri. Si tratta di “uomini -dei reparti prevenzione e anticrimine della polizia di stato, delle compagnie di intervento dei carabinieri, dei baschi verdi della Gdf. Il loro compito sarà ‘saturare’ il territorio”. Ci saranno anche droni e videosorveglianza e a San Severo – ha annunciato – sarà costituito un nuovo reparto di repressione del crimine”.

Roberti: “Non è mafia di serie B”

“La criminalità pugliese e in particolare questa efferatissima forma di criminalità foggiana, è stata considerata troppo a lungo una ‘mafia di serie B'”, ha detto il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti alla trasmissione “6 su Radio 1” della Rai per commentare l’agguato di ieri nelle campagne di San Marco in Lamis. Roberti ha detto che “le faide tra clan vanno avanti da 30 anni, ci sono stati 300 omicidi, e l’80% è rimasto impunito”.

Presidente del Consiglio Regionale Puglia: Respingiamo sfida”

“Sdegno ed anche preoccupazione per la sfida della criminalità garganica che non esita ad uscire ripetutamente allo scoperto per affermare le sue regole sanguinarie” viene espressa dopo gli omicidi avvenuti ieri a San Marco in Lamis dal presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo a nome dell’intera Assemblea.

“Tutta la Puglia – afferma Loizzo – respinge la violenza di una componente numericamente insignificante ma violentemente negatrice dei valori della comunità sociale e umana. Il Consiglio regionale è schierato con i magistrati e con tutti gli ufficiali, i dirigenti, gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine che certamente eserciteranno ogni sforzo per vincere la battaglia della legalità”. Loizzo conclude ripetendo quanto affermato a marzo San Severo dopo le intimidazioni criminali: “la Puglia operosa e sana non rinuncerà mai a costruire una società più libera e sicura”.

Presidente della provincia di Foggia, ferocia mafiosa

“Sono profondamente colpito dalla ferocia mafiosa che ha mietuto vittime nell’agguato di San Marco in Lamis. Addirittura, la barbarie ha colpito due lavoratori innocenti soppressi solo perché presenti nel momento delittuoso”. E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Foggia e sindaco di San Severo, Francesco Miglio, dopo quanto accaduto ieri a San marco in Lamis dove quattro persone sono state uccise in un agguato. “Da tempo, – sottolinea Miglio – mi batto con tutta la comunità legale della Capitanata contro ogni forma di criminalità, illegalità e violenza. Sono stati innumerevoli gli appelli ad alzare il livello di guardia. Tutti uniti dobbiamo reagire con forza per debellare ogni forma diffusa di violenza e criminalità organizzata e non. La presenza del Ministro dell’Interno, Marco Minniti, oggi a Foggia, per una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, rappresenta l’impegno e la vicinanza delle istituzioni in un momento così delicato. Dopo il vertice con il Ministro mi recherò a San Marco in Lamis per esternare il mio cordoglio personale alle famiglie delle due vittime, testimoni involontari dell’accaduto”.

Crotone, trenta chili di materiale esplodente nel bar, denunciato

materiale esplodente

Personale della Polizia di Stato ha trovato a Crotone, nel corso di servizi programmati dal questore, Claudio Sanfilippo, nell’ambito del piano nazionale “Focus ‘ndrangheta”, ha scoperto un deposito di materiale esplodente illegalmente detenuto nel retrobottega di un bar nella periferia cittadina.

Il materiale, per un peso complessivo di trenta chilogrammi, era composto da artifici pirotecnici, insieme a taniche di gasolio e bombole di gas. Gli artificieri della Polizia di Stato hanno provveduto alla messa in sicurezza del materiale. Il titolare del bar, un 45enne con precedenti di polizia, è stato denunciato per il reato di detenzione illegale e commercio abusivo di materiale esplodente.

Incendi in Calabria, Tansi: “In Sila roghi organizzati”

Il capo della Protezione civile Calabria, Carlo Tansi
Il capo della Protezione civile Calabria, Carlo Tansi

“Il parco della Sila negli ultimi giorni è stato oggetto di una serie di attacchi criminali ben organizzati, con punti di innesco posizionati scientemente lungo le strade principali, ad anello intorno al parco, con l’intento chiaro di arrecare danno”. Lo dice Carlo Tansi, capo della protezione civile della Calabria, parlando degli incendi che stanno colpendo da settimane il territorio regionale.

”C’è certamente anche un motivo di lucro, perché quando un albero si brucia, per legge deve essere rimosso – dice Tansi – entro un anno, e immaginiamo pure che questo legname possa essere utilizzato per le centrali a biomasse, quindi c’è tutto un business. Tutti questi incendi sono costati molto ma molto di più di quanto poteva costare la prevenzione – ha detto Tansi – e parlo di terreni privati che dovevano essere puliti, e in questo ci sono gravi responsabilità, di sottobosco demaniale che dovrebbe essere curato e della costruzione delle famose piste, che servono a tagliare le fiamme”.

A Rose (il centro del Cosentino assediato dalle fiamme da oltre una settimana) l’incendio è ripartito stamattina, localmente, ma si può controllare – ha detto infine Tansi – mentre a Longobucco, ancora ieri la situazione era molto critica, perché il fronte è arrivato alle porte del paese e il fumo invade tutta la vallata”.

Incidente a Nocera Terinese, muore un cosentino di 39 anni

incidente segnale poliziaUn uomo di 39 anni, Andrea Arcuri, è morto in un incidente stradale avvenuto stamattina lungo la statale 18, nel territorio di Nocera Terinese.

L’automobile condotta da Arcuri si è scontrata, per cause in corso d’accertamento, con un’altra vettura alla guida della quale si trovava una giovane che è rimasta ferita ed è stata portata nell’ospedale di Lamezia Terme. Ferita anche un’altra persona.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti la Polizia stradale ed il personale dell’Anas. Il tratto interessato è stato da poco riaperto al traffico.

Andrea Arcuri era originario di Santo Stefano di Rogliano e viveva a Rende, alle porte di Cosenza. Era anche un grande ultrà del Cosenza calcio.

Sorpreso a Paola mentre annaffia piantine di marijuana, arrestato

piantine marijuana Sciammarella PaolaPAOLA (COSENZA) – Personale di polizia del commissariato di Paola ha arrestato Gianni Sciammarella, di 41 anni, poiché trovato in possesso di 23 piantine di marijuana.

L’uomo – già denunciato a giugno per lo stesso reato perché trovato in possesso di 80 piantine di piccole dimensioni – è stato notato dagli agenti in una casa rurale mentre riempiva grosse taniche di acqua che poi portava dietro lo stabile.

I poliziotti paolani lo hanno seguito e sorpreso in flagranza mentre annaffiava le piantine di “erba”. Alla vista delle divise, l’uomo ha tentato la fuga. Raggiunto e bloccato, ha opposto resistenza. Informata la locale procura, il pm ha disposto l’arresto di Gianni Sciammarella.

Reggio, smaltivano rifiuti pericolosi: in carcere la famiglia Cara

Arrestati famiglia Cara
Dall’alto a sinistra Stefano, Domenico, Emiliano e Giuseppe Cara. In basso un momento dell’operazione

Avrebbero smaltito illecitamenti rifiuti speciali in un’area non idonea allo smaltimento, violando sistematicamente i sigilli apposti dalla magistratura a strutture poste sotto sequestro.

Così, dopo indagini del gruppo carabinieri forestali reggini, il gip del tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro componenti della famiglia Cara, da anni operanti nel settore della raccolta di rifiuti speciali pericolosi e non, in assenza delle necessarie autorizzazioni.

I militari hanno tradotto in carcere Stefano Cara, di 72 anni, Giuseppe Terzo Cara (50), Domenico Cara (33) e Emiliano Antonio Cara (32), accusati di associazione per delinquere, violazione di sigilli e smaltimento illecito di rifiuti.

La lunga e complessa indagine culminata con gli arresti di stanotte è scaturita da un controllo effettuato presso la ditta individualeCara Stefano” e l’impresa “Cara Ecologica Srl” in occasione del cosiddetto “Action Day” avvenuto il 29 gennaio 2014, da parte del personale appartenente al nucleo investigativo dell’allora Corpo forestale dello Stato, il quale accertò come le ditte, aventi sede legale ed amministrativa a Reggio Calabria in località San Gregorio, via Carrera, nelle adiacenze dell’aeroporto di Reggio Calabria e, pertanto, in zona sottoposta a particolare tutela ambientale ed a vincolo paesaggistico ed aeroportuale, assolutamente inidonea allo svolgimento di tale attività imprenditoriale, stoccassero un’ingente quantità di rifiuti speciali pericolosi e non, di diversa tipologia e natura, il tutto in assenza di un qualsivoglia titolo autorizzativo.

A seguito degli approfondimenti investigativi, consistiti prevalentemente in attività tecnica di intercettazione e videoripresa, già nel mese di luglio 2014 veniva disposto il sequestro preventivo d’urgenza della ditta individuale Cara Stefano e della Cara Ecologica Srl, nonché dell’area su cui queste operavano il traffico illecito di rifiuti.

Secondo l’accusa, la misura del 2014 non ha sortito effetti, dal momento che – spiega una nota – i membri della famiglia Cara continuavano ad esercitare l’attività illecita, non solo in totale spregio della normativa ambientale, ma anche incuranti del provvedimento dell’autorità giudiziaria come documentato nell’incessante attività tecnica-info-investigativa condotta dal Nucleo investigativo.

Le più recenti indagini, infatti, permettevano di constatare come i Cara reiterassero le condotte criminose già contestate ed integranti delle violazioni ambientali macchiandosi, altresì, di ulteriori reati quali ripetute violazioni di sigilli e sottrazione di cose sottoposte a sequestro.

Ancora, si avvalevano della neo-costituita ditta Karaeco di Valentina Cara (anch’essa indagata quale partecipe dell’associazione criminale) per dare una parvenza di liceità al loro operato, salvo poi utilizzare i mezzi intestati alla citata ditta per proseguire nell’attività di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti speciali nel sito in sequestro, indifferenti al vincolo reale disposto dalla magistratura in precedenza.

A seguito delle risultanze dell’attività investigativa posta in essere dal Nipaf del Gruppo carabinieri forestale di Reggio Calabria, la Direzione distrettuale antimafia avanzava richiesta di misura cautelare che veniva accolta dal gip con il provvedimento odierno.

È stato, altresì, disposto il sequestro preventivo della ditta Karaeco di Valentina Cara, dei relativi conti correnti bancari e postali e di 3 automezzi intestati alla stessa azienda, nonché di ulteriori 11 mezzi, intestati o in uso a soggetti che a vario titolo e in diverse epoche hanno concorso nei reati contestati.

Cassano, sequestrato il depuratore dei Laghi di Sibari

depuratore acque reflueLa Capitaneria di porto di Corigliano e la sezione operativa navale della Guardia di finanza hanno sequestrato il depuratore dei Laghi di Sibari del Comune di Cassano Ionio.

Durante il sopralluogo gli uomini della Capitaneria e della Guardia di finanza hanno accertato la presenza in ingresso nell’impianto di liquidi di colore nero, probabilmente idrocarburi, e altro materiale in corso di accertamento, che viene sversato direttamente nel mare attraverso il Canale degli Stombi.

L’operazione è stata condotta dalla task force coordinata dall’ufficio di procura di Castrovillari, diretto da Eugenio Facciolla, in attuazione del “Protocollo di collaborazione in materia ambientale” firmato nei giorni scorsi con la Regione Calabria col fine di avere tolleranza zero in merito ai reati ambientali.

In attuazione del protocollo operativo, le attività delle parti coinvolte non si fermano né per le ferie né a causa dell’ondata di gran caldo, per tali ragioni agli operatori coinvolti e ai magistrati dell’ufficio di procura va il personale ringraziamento del Procuratore della repubblica per l’impegno profuso a tutela dell’ambiente e dei diritti dei cittadini.

Su richiesta della Procura stessa è stato disposto il sequestro della struttura con relativa denuncia a carico di ignoti a causa dello sversamento illegale nella rete fognaria.

Denunciato anche il responsabile comunale dell’impianto e il responsabile della rete fognaria per omesso controllo e vigilanza. L’apposito gruppo di lavoro della Procura, dai primi controlli effettuati, durati l’intera
giornata di ieri, ha rilevato che i materiali che arrivano nell’impianto non sono fanghi, né residui di fognatura. Potrebbe trattarsi di materiale altamente inquinante che non viene smaltito e una volta finito nella rete fognaria è destinato a finire nel mare.

Per tale motivo sul posto è intervenuta anche Arcapal per una serie di controlli di approfondimento, necessari anche per evitare eccessivo allarmismo. Nei giorni scorsi, sempre nel comune di Cassano, erano stati messi i sigilli al depuratore di Bruscata Grande. Il sequestro era stato disposto a causa del malfunzionamento dello stesso.

Simula invalidità per evitare il carcere, in cella pregiudicato 74enne

Girolamo Ventrici durante il suo arresto
Girolamo Ventrici durante il suo arresto

Avrebbe simulato invalidità e insufficienza motoria per evitare l’espiazione di una pena in carcere, ma è stato pedinato e osservato dalla Polizia di Gioia Tauro che ha accertato che quello dell’uomo, Girolamo Ventrici, di 74 anni, altro non era che un “escamotage” per evitare la cella.

Così, sulla sulla scorta di un’ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria gli agenti lo hanno ammanettato e tradotto dietro le sbarre. Ventrici, di Taurianova, è pregiudicato per reati contro il patrimonio e associazione a delinquere, più volte denunciato e tratto in arresto per reiterate trasgressioni agli obblighi ed ai divieti cui era sottoposto.

Le investigazioni condotte dagli Agenti della Polizia di Stato in servizio presso il commissariato di di Gioia Tauro hanno portato alla luce la falsa invalidità dell’uomo simulata per evitare l’espiazione della pena in carcere.

Il settantaquattrenne si trovava, sino ad oggi, a beneficiare della misura della detenzione domiciliare, anche per tali condizioni di salute, ritenute tali da far sì che egli venisse considerato non compatibile con il regime detentivo ordinario.

Nel corso dei predisposti servizi di osservazione e pedinamento il personale operante della Polizia di Stato ha avuto modo di notare e documentare le nette differenze nel modo di deambulare di Ventrici in base ai luoghi in cui si trovava.

L’uomo, quando si trovava nei pressi degli uffici del commissariato, o quando veniva sottoposto a controlli domiciliari, si muoveva con serie difficoltà, claudicando vistosamente ed aiutandosi con le stampelle.

Viceversa, spiega la Polizia, quando si trovava in luoghi “sicuri” e comunque non in presenza del personale delle forze dell’ordine, la sua andatura lenta ed incerta diventava sicura e disinvolta senza alcun supporto di stampelle. Dopo le formalità di rito, Ventrici è stato associato presso la casa circondariale di Palmi.

Maxi confisca da 324 milioni a eredi imprenditore oleario

Dia antimafiaLa Dia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto emesso dalla Corte d’appello di Reggio Calabria con cui è stata confermata la confisca dei beni per un valore di 324 milioni di euro nei confronti di un imprenditore oleario, Vincenzo Oliveri, morto il 14 gennaio scorso.

I beni, secondo quanto è emerso dalle indagini, sarebbero provento di una serie di truffe nella percezione di contributi dell’Unione europea ed erano riconducibili adesso, dopo la morte di Vincenzo Oliveri, agli eredi dell’imprenditore oleario, la moglie, Domenica Rosa Carnovale ed i figli Giovanni e Matteo Giuseppe.

La confisca riguarda 15 società dei settori agricolo-oleario e turistico-alberghiero ed 88 immobili in Calabria, Abruzzo e Toscana. Tra i beni confiscati un resort di lusso a Giulianova (Teramo) ed un’altra struttura alberghiera di pregio a Borgia (Catanzaro). La confisca dei beni, confermata dai giudici d’appello, era stata disposta in primo grado dal Tribunale di Reggio Calabria nel gennaio del 2016.

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