Pestaggio Davide Ferrerio, Procura generale impugna proscioglimento Curto

Alessandro Curto è l’uomo che aveva inviato il messaggio “ho una maglietta bianca” che ha causato lo scambio di persona con Davide, poi picchiato e mandato in coma irreversibile da Nicolò Passalacqua, condannato il 21 aprile a 20 anni e quattro mesi. Per il Pg il trentaduenne va processato per concorso anomalo in tentato omicidio

Carlomagno

La Procura generale di Catanzaro ha impugnato il proscioglimento di Alessandro Curto, 32enne accusato di concorso anomalo in tentato omicidio per l’aggressione di Davide Ferrerio, il 21enne bolognese in coma dall’11 agosto 2022.

Curto è l’uomo che aveva inviato il messaggio “ho una maglietta bianca” che ha causato lo scambio di persona con Davide, poi picchiato da Nicolò Passalacqua, condannato il 21 aprile a 20 anni e quattro mesi.

Il messaggio era stato inviato alla minorenne con la quale Curto aveva avviato contatti social e che l’11 agosto lo aspettava per il primo appuntamento. Appuntamento al quale la ragazza era andata insieme alla madre e a un gruppo di familiari alla cui vista Curto si era defilato, inviando il messaggio.

Per la ragazza la vicenda si è chiusa davanti al tribunale per i minorenni con la messa alla prova, mentre a giugno inizierà il processo a carico della madre della ragazza e del compagno della donna, anche loro accusati di concorso anomalo in tentato omicidio.

Per il sostituto Pg Raffaela Sforza, nei confronti di Curto va disposto il rinvio a giudizio: con il suo messaggio ha creato una “conditio sine qua non” affinché l’aggressione che si stava per compiere nei suoi confronti venisse allontanata da sé e fosse deviata verso un giovane con la camicia bianca.

Così facendo, prosegue il pg, avrebbe esposto Ferrerio alla rabbia dei familiari della ragazza, di cui era consapevole e la sua condotta è stata decisiva nella determinazione dell’evento, prevedibile e evitabile. “La Procura generale – osserva l’avvocato Gabriele Bordoni, per la famiglia della vittima – ha condiviso le nostre osservazioni, che già portarono all’imputazione coatta. Siamo soddisfatti”.