La polizia elvetica lo rintraccò e arrestò ad agosto 2016 a Ried Brig (Cantone Vallese), il boss reggino Leo Caridi, destinatario di un mandato di cattura internazionale spiccato dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Dda. La sua latitanza è finita oggi a Fiumicino, proveniente da Ginevra, quando è stato ammanettato dalla Polizia di Stato. Quando è sceso dall’aeromobile Caridi indossava tuta e scarpe sportive. Aveva la barba incolta e il fisico asciutto, segno della perdita di peso dopo 8 mesi di detenzione in Svizzera.
Leo Caridi, ritenuto esponente di vertice della omonima cosca mafiosa operante nei quartieri San Giorgio e Boschicello di Reggio Calabria, deve scontare 9 anni e mezzo di carcere per associazione mafiosa.
In data 21 dicembre 2011, gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, a conclusione di un’articolata attività di indagine della Dda finalizzata a contrastare le cosche della ‘ndrangheta operanti nella città di Reggio Calabria, oltre a Leo Caridi, in quel momento reggente dell’omonima cosca, nell’ambito dell’operazione “Alta Tensione 2”, avevano tratto in arresto anche Domenico Condemi, Filippo Condemi, Rosario Calderazzo, Vincenzo Rotta e Vincenzo Lombardo, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, estorsione e fittizia intestazione di beni.
Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurava anche il consigliere comunale di Reggio Calabria Giuseppe Plutino, ritenuto referente politico della cosca Caridi, ritenuto responsabile del reato di concorso esterno in associazione mafiosa che, in sede di giudizio di appello, veniva riformulato in quello più grave di associazione mafiosa.
Dall’attività investigativa era emerso che la cosca Caridi aveva il completo controllo delle attività estorsive, accompagnate da danneggiamenti e intimidazioni, poste in essere in pregiudizio soprattutto di commercianti dei quartieri Ciccarello, Modena e San Giorgio Extra di Reggio Calabria.
Leo Caridi, dopo l’arresto del 21 dicembre 2011, era tornato in libertà il successivo 8 agosto 2013 in conseguenza del pronunciamento del Tribunale del Riesame che ne aveva disposto la scarcerazione.
Ma il 5 dicembre 2014, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Dibattimentale, nel comminare all’uomo la suddetta condanna per associazione mafiosa, in accoglimento della richiesta di emissione di provvedimento di custodia cautelare in carcere avanzata dalla Dda di Reggio Calabria, aveva emesso un’ordinanza che è stata eseguita nella giornata odierna, presso l’aeroporto di Roma-Fiumicino, in esito alle procedure di estradizione dalla Svizzera dove Caridi era stato localizzato e arrestato nel corso delle indagini svolte dalla Polizia di Stato.
L’arresto di Leo Caridi presso l’aeroporto romano di Fiumicino è stato eseguito dai poliziotti della Squadra di Polizia Giudiziaria della locale sezione di polizia di Frontiera aerea. Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto a Rebibbia dove resta a disposizione dell’Autorità giudiziaria.