Sistema Rende, ascoltato Principe. Il legale: Non ci sono prove

Carlomagno
Sandro Principe al tribunale di Catanzaro
Sandro Principe al tribunale di Catanzaro

CATANZARO – È durato oltre tre ore l’interrogatorio di garanzia per l’ex sottosegretario socialista ed ex sindaco di Rende Sandro Principe (autosospeso dal Pd dopo il ciclone giudiziario su Rende), accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro sul “sistema Rende”.

Durante l’interrogatorio l’esponente politico si è detto estraneo alle accuse. Sandro Principe, assistito dall’avvocato Franco Sammarco, ha risposto alle domande del Gip Carlo Saverio Ferraro che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. In aula anche sostituto della Dda, Pierpaolo Bruni.

“Non ci sono accuse, intercettazioni, incontri, fatti attribuibili – afferma Sammarco – a Sandro Principe. Mi pare che dal punto di vista giuridico e giudiziario siamo al di là del consentito”. L’avvocato ha inoltre annunciato di aver già depositato istanza di scarcerazione al Tribunale della Libertà.

Oltre a Sandro Principe, a palazzo di Giustizia di Catanzaro sono stati ascoltati gli altri indagati arrestati nel blitz dello scorso 23 marzo. Alle domande dei pm hanno risposto Rosario Mirabelli, medico ed ex consigliere regionale; Umberto Bernaudo, ex sindaco di Rende ed ex consigliere provinciale, Pietro Paolo Ruffolo, ex assessore rendese e ex assessore provinciale, nonché Giuseppe Gagliardi ex consigliere comunale a Rende.

Tutti gli indagati hanno parlato con i magistrati e tutti si sono detti “estranei” a ogni accusa formulata nei loro confronti dalla Dda di Catanzaro.