Gli Agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno arrestato due giovani della Sierra Leone, di 19 e ventanni, ritenuti gli scafisti dello sbarco di migranti in cui nei giorni scorsi è morto un bambino di 4 anni.
I due sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il provvedimento è stato emesso dal giudice presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale procura. Per entrambi il gip, in sede di convalida del fermo, ha disposto la custodia cautelare in carcere.
L’attività investigativa che ha portato ai provvedimenti restrittivi è stata avviata a seguito dell’approdo a Reggio Calabria, lo scorso 13 luglio, della nave “Dattilo” della Guardia Costiera, con a bordo 810 migranti di origine centroafricana, una parte dei quali provenienti dal centro di accoglienza dell’isola di Lampedusa, e circa 300 tratti in salvo durante la navigazione.
Tra le persone soccorse, quando l’unità navale era salpata da Lampedusa, vi erano alcuni naufraghi nel tratto di mare tra l’isola e le coste della Tunisia. Nonostante la tempestività dell’intervento, secondo il racconto dei sopravvissuti, alcuni migranti rimanevano dispersi in mare ed un bambino di pochi anni, che viaggiava con la mamma, veniva ripescato dalle acque già deceduto.
Sempre secondo quanto raccontato dai migranti agli investigatori della Squadra Mobile, la piccola imbarcazione condotta dai due soggetti arrestati era partita l’11 luglio dalla città di Sfax (in Tunisia), e, dopo una giornata di navigazione, a causa del peggioramento delle condizioni meteo marine avevano chiesto soccorso ad un peschereccio, ma nel tentativo di trasbordare la loro imbarcazione si era ribaltata causando la morte del bambino e la scomparsa di altre 7 persone (3 adulti ed altri 4 bambini).