La Digos di Genova ha fermato a Varese un siriano di 23 anni che era in procinto di recarsi in Siria per unirsi nelle fila del gruppo antigovernativo Jabat al Nusra, protagonista due anni fa del rapimento delle due cooperatrici italiane Greta e Vanessa.
L’operazione, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, è stata condotta dagli agenti liguri in stretta sinergia con i colleghi di Varese e le Postali di Genova e Milano.
L’accusa per il giovane, che risiede con la famiglia a Varese, è di associazione e arruolamento con finalità di terrorismo, anche internazionale.
Gli inquirenti hanno raccolto numerosi indizi a carico del ragazzo circa la sua volontà di partire ed unirsi al fronte Jabhat al Nusra, una delle frange dei combattenti antigovernativi, che si propone di rovesciare il potere di Bashar al-Assad e d’istituire una forma di governo ispirata alla “Sharia”, la legge sacra islamica.
Nel corso delle indagini è emerso che il siriano stava pianificando un imminente viaggio nel suo paese, circostanza che ha portato l’Autorità giudiziaria a emettere, a fronte del “pericolo di fuga”, la misura pre-cautelare del fermo.
Non sono emersi elementi sul fatto che il ragazzo avesse progettato attentati in Italia. Oltre al giovane perquisizioni sono state estese ad altri cinque stranieri residenti a Genova, in stretti rapporti di amicizia con il siriano.
La polizia ha perquisito anche luoghi di culto islamici tra Genova e Rapallo frequentati dall’indagato e dalle persone con cui aveva stretti contatti in Liguria.
Il gruppo islamista Jabat al Nusra a cui il giovane voleva unirsi è stato protagonista del rapimento delle due cooperanti italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, avvenuto in Siria nel luglio del 2014 e conclusosi con la liberazione nel gennaio del 2015. Liberazione che fu accompagnata da molte polemiche per il presunto pagamento di un riscatto al gruppo islamista anti Assad.