Il dramma di Montalto, Maria Grazia aveva scoperto “tradimenti” in chat

Carlomagno

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Giovanni Petrasso e Maria Grazia Russo omicidio suicidio Mantalto uffugo
Giovanni Petrasso e Maria Grazia Russo (Fb)

MONTALTO UFFUGO (COSENZA) – Avrebbe accusato il marito di tradirla Maria Grazia Russo, 48 anni, uccisa stamattina con tre colpi di pistola a Montalto Uffugo (Cosenza) dal coniuge, Giovanni Petrasso, 53 anni, agente di polizia penitenziaria nel carcere di Cosenza. E’ quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri della Compagnia di Rende sull’omicidio-suicidio accaduto stamattina a Montalto Uffugo.

Per questo tra i due vi sarebbero stati liti frequenti, l’ultima delle quali è avvenuta proprio stamattina al culmine della quale Petrasso ha ucciso la moglie e si è poi sparato. Dalle indagini è stato appurato inoltre che quando la figlia diciottenne della coppia ha sentito gli spari e si è precipitata in bagno, la madre era stata appena uccisa ed il padre era in piedi accanto al box doccia con la pistola in mano.

L’uomo ha chiesto alla figlia 18enne Alessia di andare nella sua stanza, invito che la ragazza, in stato di choc, ha accolto. Poco dopo Petrasso si è puntato la pistola d’ordinanza alla tempia ed ha fatto fuoco. Quando sul posto sono arrivati i carabinieri ed il 118, Petrasso era ancora vivo, ma è morto pochi minuti dopo.

II due, con due figli, erano definiti da vicini e conoscenti la “coppia perfetta”, per certi versi “invidiabile”. Lui, assistente della polizia penitenziaria nel carcere Sergio Cosmai di Cosenza, lei casalinga che ha sempre svolto con amore il ruolo di donna di casa.

La donna avrebbe appreso che l’uomo qualche tempo fa avesse avuto contatti in chat con una donna al momento ignota. Maria Grazia Russo avrebbe sempre rimproverato al marito del perché di quei messaggi tra Fb e WhatsApp ma lui, avrebbe più volte reagito con stizza davanti alle richieste di chiarimenti della donna.

Gli inquirenti scavano anche nella vita professionale dell’uomo. L’analisi dei cellulari di entrambi potrebbero fare piena luce sul movente del dramma che si è consumato nella casa di una “tranquilla e serena” famiglia di Cosenza.