Il procuratore belga ha reso noto che sei persone sono arrestate giovedì sera nell’ambito dell’inchiesta sugli attacchi alla metropolitana e all’aeroporto di Bruxelles di martedì.
Tre persone sono state arrestate “davanti alla procura”, che si trova in pieno centro a Bruxelles a fianco del palazzo di giustizia, ha detto un portavoce della procura Eric Van Der Sypt, secondo quanto riferisce Le Soir. Altre due sono stati fermate sul territorio di Bruxelles e una persone a Jette.
La procura ha aggiunto che domani si deciderà se formalizzare gli arresti. Perquisizioni sono state effettuate anche a Schaerbeek, il quartiere dove c’era il covo degli attentatori, ma non è stato effettuato alcun fermo.
Non è chiaro se tra i fermati ci sia l’uomo che era stato ritratto con il cappello insieme ai fratelli Khalid e Ibrahim el Bakraoui.
Intanto “due anni fa, esattamente il 18 marzo 2014, la magistratura belga firmò un mandato di arresto contro Najim Laachhroui, uno degli uomini che si è fatto esplodere all’aeroporto di Zaventem”. Lo rivela il Corriere della Sera con un articolo a firma Fiorenza Sarzanini. “L’artificiere della cellula che ha colpito a Parigi e a Bruxelles, il terrorista che ha confezionato le cinture esplosive utilizzate per compiere le stragi nelle capitali di Francia e Belgio, era dunque conosciuto alle autorità del suo Paese”.
Secondo il Corriere.it “Gli investigatori sapevano che faceva parte di un gruppo fondamentalista, addirittura che era un organizzatore dei viaggi per la Siria, ma anche per chi voleva rientrare in patria. Esattamente come aveva fatto lui. Un foreign fighter che si muoveva con altri giovani della sua età. E che era stato reclutato da due fratelli, personaggi chiave di un’organizzazione ancora attiva…”.