L’autore della missione suicida del centrodestra in Calabria per le prossime regionali porta il nome di Silvio Berlusconi. E’ stato lui a negare qualsiasi alleanza con gli alfaniani, convinto, com’è di “vincere da solo”, sebbene la logica dei numeri non gli diano affatto ragione, soprattutto con un partito uscito dalle europee con un mortificante 16 percento (in Calabria prese il 19 virgola). La rottura tra azzurri e Ncd era già nota ma mancava il retroscena recitato da una velina in perfetto stile minzoliniano ai tempi del Tg1.
Scrive l’Adnkronos che “Secondo i focus e gli ultimi sondaggi, emerge con chiarezza che la maggioranza dei nostri elettori non vuole allearsi con Ncd. Per questo, ho chiesto ai nostri in Calabria di darsi da fare per vincere senza il Nuovo centrodestra. Lo avrebbe detto Silvio Berlusconi durante la riunione del gruppo di Forza Italia alla Camera, parlando delle regionali in Calabria.
Capisco che il dialogo con il governo Renzi solo sulle riforme – avrebbe aggiunto Berlusconi – e l’opposizione su tutto il resto, a cominciare dalla politica economica, sia difficile da comprendere per alcuni, ma il confronto sul processo riformatore e sulla legge elettorale non deve essere visto come una cosa negativa.
Un concetto quello di tenere aperto il confronto sulle riforme, ribadito dal leader di Forza Italia anche con altri parlamentari azzurri nello studio del capogruppo Renato Brunetta per uno spuntino veloce. Il confronto con i renziani deve continuare, avrebbe detto l’ex premier, anche perchè Forza Italia potrebbe dare una mano al premier qualora ne avesse bisogno, su quei provvedimenti che condividiamo.
Noi siamo all’opposizione ma, avrebbe assicurato Berlusconi, pronti a dialogare anche su altri temi oltre alle riforme, perché se Renzi dovesse avere bisogno di un sostegno su alcuni temi in cui serve una maggioranza più ampia e non gli bastano i voti del Pd, noi ci siamo. Siamo disposti a dare una mano, avrebbe precisato, a patto, però, che si tratti di argomenti da noi condivisi (le nozze gay, ndr) e che non finiscano sotto i veti e i diktat di una parte del Pd”.
E’ una velina buttata lì per provocare reazioni. Ma i numeri in Calabria comunque non tornano. Ad ogni modo il primo banco di prova è quello delicato sulle nozze gay. Berlusconi, convinto dalla compagna Francesca Pascale, ha detto sì a Renzi per le unioni gay alla tedesca. Nettamente contrario l’alleato del premier, Angelino Alfano che insieme al 99 percento della Chiesa sarebbe pronto alle barricate per difendere la famiglia tradizionale.
E Berlusconi, pur di indebolire e “distruggere il traditore” è capace di dare l’ordine ai suoi in parlamento per votare con il Pd sulle unioni omosessuali. Secondo alcuni sondaggi recapitati proprio ad Arcore, Forza Italia cavalcando la linea Pascale scenderebbe sotto il 14 percento.
Con l’ex cavaliere non tutti sono d’accordo all’interno del partito, in primis Raffaele Fitto che guida la fronda interna che vuole “innovare e rilanciare” il partito. L’europarlamentare pugliese aveva detto basta con la linea politica dettata da parenti, con esplicito riferimento alla compagna di Berlusconi.