Faida Decollatura, sequastrati beni agli Scalise

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

guardia di finanza catanzaroBeni per circa un 1,2 milioni di euro sono stati sequestrati e confiscati dalla Guardia di finanza di Lamezia Terme a Pino e Luciano Scalise e a quattro eredi di Daniele Scalise, ritenuti appartenenti all’omonima cosca di ‘ndrangheta di Decollatura (Catanzaro).

I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della DDA del capoluogo. I destinatari, secondo gli inquirenti, si contrappongono alla cosca Mezzatesta nella cosiddetta faida del Reventino scoppiata di fatto con il duplice omicidio, in un bar di Decollatura, di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, proseguita con quelli di Daniele Scalise e Luigi e Aiello e culminata con gli omicidi dell’avvocato Francesco Pagliuso davanti la sua abitazione di Lamezia e poi di Gregorio Mezzatesta, freddato davanti le Ferrovie a Catanzaro. Per gli omicidi di Pagliuso e Mezzatesta è in carcere Marco Gallo, ritenuto un killer su commissione.

Il tutto nel contesto svelato dall’operazione “Reventinum”. La misura adottata oggi riguarda 9 fabbricati, 11 veicoli e sei terreni. E’ stato dimostrato dai finanzieri che il valore dei beni è sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e al tenore di vita degli interessati.