Scacco al “Cavallo di ritorno”, sgominata banda rom per furti d’auto NOMI

Scoperto uno strutturato gruppo criminale composto in gran parte da nomadi i quali agivano secondo un consolidato modus operandi

Carlomagno

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arrestati cosenza cavallo di ritornoE’ di 16 arresti, 10 in carcere e 6 agli arresti domiciliari, nonché due provvedimenti restrittivi a carico di due minori, il bilancio di un blitz dei Carabinieri di Rende e Cosenza, supportati da altri reparti dell’Arma calabrese, avvenuto stamane nella città dei Bruzi. I diciotto sono accusati in concorso di “ricettazione”, “furto”ed “estorsione”.

I provvedimenti sono stati emessi dai giudici del tribunali di Cosenza e Catanzaro (quest’ultimo per i minorenni), su richiesta delle rispettive procure. L’operazione è stata battezzata “Scacco al cavallo”, in riferimento all’inchiesta dei magistrati cosentini che ha fatto luce sul fenomeno dei furti di auto che venivano restituite ai proprietari in cambio di somme di denaro.

In manette sono finiti Cristian Abbruzzese, classe 1993, Marco Abbruzzese (1991), Carmine Anzillotti (1989), Matteo Anzillotti (’96), Stefano Bartolomeo (’97), Antonio Berlingieri (’80), Francesco Berlingieri (’87), Leonardo Berlingieri (’82), Antonio Bevilacqua (’89), Leonardo Bevilacqua (’97), Stefania Granato (’91), Andrea Cosimo Manzo (’97), Christopher Manzo (’91), Giulio Manzo (’98), Giuseppe Marsico (’75), Fioravante Naccarato (’97). Arrestati altri due minorenni su ordine della gip del tribunale dei Minori di Catanzaro.

L’indagine, condotta dal mese di novembre 2017 dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende – unitamente al Nucleo investigativo di Cosenza e dei colleghi di Montalto Uffugo – scaturisce da una seria recrudescenza del fenomeno dei furti di veicoli rilevato nell’area urbana di Cosenza e Rende e nella zona valliva di Montalto (molti dei quali rinvenuti pochi giorni dopo la presentazione della denuncia di furto).

Nel corso dei complessi approfondimenti investigativi sono stati acquisiti elementi utili a delineare uno strutturato gruppo criminale, composto in gran parte da soggetti di etnia “rom”, i quali, secondo un consolidato modus operandi: trafugati i veicoli (in particolar modo Fiat Panda, Punto, Grande Punto, 500 e Lancia Y), contattavano i proprietari degli stessi, attraverso cabine telefoniche pubbliche, al fine di imporre loro, nell’ambito di mirati incontri presso il cosiddetto “Villaggio degli Zingari” di Cosenza, la corresponsione di somme di denaro per la restituzione; solo all’atto della riscossione del provento dell’estorsione (variabile da 300 a 1.500 euro), indicavano ai proprietari dei mezzi il luogo ove avrebbero potuto rinvenirli; allorquando le vittime non aderivano alle richieste estorsive, provvedevano a “cannibalizzare” le autovetture, traendo illeciti guadagni dalla cessione quali pezzi di ricambio delle diverse parti smontate.

L’indagine ha permesso di documentare le presunte responsabilità degli indagati in ordine a 52 furti di autovetture, seguiti da altrettanti episodi di estorsione, raccogliendo, in ultimo, anche le dichiarazioni delle vittime (48 persone ascoltate), la maggior parte delle quali ha collaborato con i militari nell’identificazione degli autori, segno di fiducia da parte dei cittadini nei confronti delle Istituzioni dello Stato.

“Proprio questi segnali di fiducia – spiegano gli investigatori -, frutto dell’incisiva attività investigativa svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale dei Carabinieri di Cosenza, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo bruzio, devono costituire un ulteriore motivo di incoraggiamento a denunciare da parte di tutti coloro che, nel tempo, sono state vittime di analoghe forme di violenza e sopraffazione, nella consapevolezza che soltanto dalla piena e spontanea collaborazione di tutti i cittadini si può muovere per superare il clima di paura ed abbattere definitivamente questi fenomeni criminali”.