Caso Prefetto di Cosenza, Galeone in aspettativa. Forse incastrata?

I punti oscuri di una vicenda che appare grottesca. Perché corrompersi per 700 euro? Troppi dubbi sul caso giudiziario di fine anno

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
Paola Galeone

Il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, dopo le accuse di corruzione per una presunta mazzetta di denaro ricevuta da una imprenditrice, si trova in aspettativa ed è attualmete fuori regione. Il governo dovrebbe nominare, nella prima seduta utile del Consiglio dei ministri, un nuovo prefetto per la città dei Bruzi dopo lo “scandalo” (virgolette d’obbligo) della prefettura bruzia.

Il fatto contestato alla rappresentante del governo, è di avere concordato la dazione di 700 euro con una donna che ha poi denunciato tutto alla Polizia. Gli agenti della Squadra mobile avrebbero registrato tutto mentre si stava consumando il reato in un bar di Cosenza.

Si tratterebbe di una somma, circa 1200 euro, che il prefetto aveva come disponibilità residua per spese di rappresentanza istituzionali. Per poterla spendere, la Galeone, avrebbe chiesto alla donna di emettere una fattura fittizia in modo da giustificare la spesa.

Secondo quanto sarebbe stato pattuito, alla prefetta dovevano andare settecento euro e all’imprenditrice 500 euro. Questa, nel denunciare tutto in Questura, ha determinato gli agenti a provare la dazione di denaro, quindi gli agenti avrebbero filmato tutto durante l’incontro tra le due protagoniste.

Le indagini della Polizia proseguono, sotto il coordinamento della Procura di Cosenza. La notizia, alla vigilia di Capodanno, ha lasciato sotto shock la città di Cosenza e non solo, e se venissero confermate le accuse, minerebbe seriamente le fondamenta delle istituzioni democratiche.

Molte le critiche sui social nei confronti del prefetto, ma c’è anche chi ne prende le difese. Secondo alcuni la Galeone sarebbe stata addirittura incastrata da qualcuno che l’aveva presa di mira per chissà cosa.

I punti oscuri della vicenda

Sono molti i punti oscuri della vicenda, così come gli interrogativi. Il primo su tutti è: perché un esponente di governo che ha lavorato per tanti anni in diverse prefetture italiane abbia deciso di rovinarsi la vita e la carriera professionale per appena 700 euro quando ne guadagna oltre centomila l’anno?

L’altro punto, fra i tanti altri, che non torna sono i rapporti personali tra l’imprenditrice scesa a “patti” con la prefetta poi denunciata dalla signora. Si conoscevano? Pare di sì e anche bene, a vedere alcune immagini sul web. Altrimenti, viene spontanea la domanda, perché riceverla in prefettura e concordare di spartirsi le spese di rappresentanza? Era una di “casa” la denunciante?

C’è poi un aspetto di carattere giudiziario, anche questo non meno rilevante. Se è vero che la Polizia, ricevendo la denuncia dell’imprenditrice ha deciso di fare delle riprese nascoste in cui immortala la prefetta Galeone ricevere la “bustarella” in un bar, perché non si è proceduto all’arresto? Secondo prassi di polizia giudiziaria sarebbe dovuto scattare l’arresto in flagranza di reato, con le accuse di corruzione o tentata, che dir si voglia. Mistero.

Se non è scattato l’arresto significa che la Procura di Cosenza avrebbe disposto ulteriori indagini, in particolare sulla donna imprenditrice che, secondo i bene informati, avrebbe “incastrato” il prefetto per inconfessabili motivi di natura personale, e forse imprenditoriali.

Finora si conosce soltanto la versione della signora che ha spifferato tutto alla Polizia. Attendiamo di sapere come si difende la Galeone, ossia conoscere “l’altra campana” di una vicenda che sembra davvero essere assurda.

La corruzione, è vero, non è ammessa in nessuna circostanza, ma pensare che si consumi negli enti più rilevanti della vita democratica per meno di “trenta denari”, sia anche un solo euro, è sconcertante.

Dino Granata