“Coprifuoco” notturno in Calabria e Dad per le superiori. Elementari in presenza

Lo conferma la Regione. L'ordinanza del presidente Spirlì verrà firmata in queste ore ed entrerà probabilmente in vigore Lunedì. "Solo per 15 giorni, per evitare di chiudere a Natale"

Carlomagno

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Il presidente facente funzioni della Calabria Nino Spirlì

La Calabria “chiude” per l’emergenza covid, come Lombardia, Lazio e Campania. Gli istituti superiori e (forse) le scuole medie chiuderanno per due settimane per tornare alla didattica a distanza, come in primavera, mentre le elementari resteranno aperte in presenza. La stretta riguarda ancora una volta la “movida” notturna: da mezzanotte alle 5 non si potrà circolare su tutto il territorio regionale a meno di comprovate esigenze. Il provvedimento, da definire, è stato confermato da fonti della giunta regionale a Secondo Piano News dopo alcune indiscrezioni circolate in serata, contenute in un audio, in cui il presidente facente funzioni Nino Spirlì anticipava le misure a sindaci, consiglieri regionali e associazioni di categoria.

L’ordinanza regionale sarà firmata nelle prossime ore da Spirlì ed entrerà in vigore con ogni probabilità lunedì 26 ottobre. La decisione, assunta dopo una lunga riunione della giunta alla “Cittadella regionale Jole Santelli”, è motivata dall’aumento dei casi di positività al Covid, saliti giovedì a quota 187 a fronte di 2.991 tamponi eseguiti. Un aumento che preoccupa i vertici della regione, in particolare per l’eventuale pressione sugli ospedali dove ad oggi ci sono 86 pazienti covid ricoverati nei reparti, mentre otto pazienti si trovano in terapia intensiva. 1.443 persone asintomatiche sono invece in isolamento domiciliare.

“E’ una decisione del tutto precauzionale – spiegano le fonti interpellate – finalizzata a contenere la diffusione dei contagi. Un sacrificio utile adesso per evitare di dover prendere decisioni più stringenti sotto Natale, periodo in cui i consumi danno ossigeno all’economia”. La parola d’ordine della giunta è in sostanza “prevenzione”.

Quindi, Didattica a distanza per gli studenti degli istituti superiori, e probabilmente medie, mentre le scuole elementari resteranno aperte e in presenza dei bambini. Non è ancora chiaro se asili e scuole materne possano restare aperte. Su questo è in corso un confronto con sindaci e governo, così come per l’ambito universitario.

Sono previste altre limitazioni nelle visite dei parenti ai degenti in ospedale, negli ambulatori e nelle residenze per anziani. L’obiettivo è impedire che il virus possa circolare in questi ambienti dove vi sono soggetti a rischio. Limitazioni anche alle visite specialistiche non urgenti, mentre dovrebbero rimanere aperti i poliambulatori e gli ambulatori per le visite urgenti, oncologiche, cardiologiche, diabetologiche e per le persone diversamente abili.

Dalle ore 24 alle 5 è “coprifuoco”, ovvero è vietato circolare e radunarsi nei pressi dei locali della movida per evitare i cosiddetti assembramenti, incluso il sabato sera, giorno ‘sacro’ per migliaia di giovani. Per uscire dopo mezzanotte ci vogliono comprovate esigenze lavorative o di salute. L’ordinanza è via di definizione. E’ probabile che sia necessaria un’autocertificazione da presentare alle forze dell’ordine. Domani vedremo nel dettaglio quali sono le misure assunte dalla giunta regionale della Calabria.

Nell’ultimo decreto legge del governo era stato previsto che i governatori delle regioni potessero adottare provvedimenti più restrittivi di quelli già stringenti fissati da palazzo Chigi. I presidenti di regione non possono però fare l’inverso, cioè allentare la ‘presa’. Ipotesi che può essere concordata solo attraverso una interlocuzione con Roma.

Se la stretta calabrese sia la ricetta giusta per contenere la diffusione del virus si vedrà intorno a metà novembre, nella speranza che la curva pieghi verso il basso. Nel caso di un rialzo dei casi, alle porte dell’influenza stagionale, occorre tuttavia riflettere sull’ipotesi di convivenza con il virus, come sostengono diversi esperti, senza il panico e la psicosi diffusa tra la gente che in questi mesi è stata letteralmente terrorizzata dai media.

C’è comunque un dato di fatto: che con l’obbligo della mascherina all’aperto i casi positivi nelle ultime due settimane in Italia sono più che quadruplicati. E se è vero che c’è stato un aumento dei tamponi, è altrettanto vero che il mascheramento facciale universale viene osservato in modo rigido da larghissima parte della popolazione, tranne nei casi previsti dalla legge, cioè quando si circola in aree isolate.

Negli ultimi 16 giorni, dal 7 al 22 ottobre, con l’obbligo di mascherine all’aperto imposto dal governo, in Calabria sono stati effettuati 35.812 test (non sono inclusi i tamponi agli stessi soggetti, ndr) da cui sono emersi 1.177 positivi.

Con l’ordinanza della governatrice Santelli, che disponeva lo stesso obbligo per la regione, dal 26 settembre al 6 ottobre, su 18.547 tamponi eseguiti sono risultate positive 203 persone rispetto alle 198 positività registrate dal 15 al 25 settembre, (periodo precedente senza obbligo all’aperto), quando i test sono stati circa 18.200.