6 Dicembre 2024

Chiesa nel caos post-Concilio, scomunicato Viganò per scisma. L’alto prelato “Un onore”

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La sede del Dicastero per la Dottrina della Fede

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America ha ricevuto la scomunica, dichiarata d’ufficio, per aver voluto abbandonare la comunione con il Vescovo di Roma e la Chiesa cattolica. «In data 4 luglio 2024 – si legge nel comunicato diffuso dal Dicastero – il Congresso del Dicastero per la Dottrina della Fede si è riunito per concludere il processo penale extragiudiziale ex can. 1720 CIC a carico» di monsignor Carlo Maria Viganò, arcivescovo titolare di Ulpiana, «accusato del delitto riservato di scisma (cann. 751 e 1364 CIC; art. 2 SST)». Lo scrive Vatican News.

«Sono note – continua il comunicato – le sue affermazioni pubbliche dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell’autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II». «All’esito del processo penale», Viganò «è stato riconosciuto colpevole del delitto riservato di scisma. Il Dicastero ha dichiarato la scomunica latae sententiae ex can. 1364 § 1 CIC. La rimozione della censura in questi casi è riservata alla Sede Apostolica». La decisione è stata comunicata all’arcivescovo in data 5 luglio 2024.

Com’è noto lo scorso 20 giugno era stato lo stesso prelato a divulgare integralmente il decreto che lo convocava a Roma per rispondere delle accuse dandogli la possibilità fino al 28 giugno di nominare un avvocato difensore che lo rappresentasse o facendo pervenire una memoria difensiva. Non essendo avvenuto, gli è stato attribuito un difensore d’ufficio che ha svolto secondo le norme del Diritto la difesa di Viganò.

A più riprese, negli ultimi anni, l’ex nunzio negli USA aveva dichiarato di non riconoscere la legittimità del Papa e dell’ultimo Concilio. Nella scomunica latae sententiae si incorre per il fatto stesso di aver commesso il delitto. Allo scomunicato è proibito di celebrare la Messa e gli altri sacramenti; di ricevere i sacramenti; di amministrare i sacramentali e di celebrare le altre cerimonie di culto liturgico; di avere alcuna parte attiva nelle celebrazioni appena citate; di esercitare uffici o incarichi o ministeri o funzioni ecclesiastici; di porre atti di governo. Il senso della scomunica – è scritto su Vatican News – è comunque quello di essere una pena medicinale che invita al ravvedimento, quindi si resta sempre in attesa di un ritorno della persona alla comunione”.

Monsignor Carlo Maria Viganò, da sempre l’anti-Francesco, appresa la notizia della scomunica si dice “onorato” e tira dritto per la sua strada proseguendo nella sua missione pastorale, celebrando Messa ed Eucarestia. Del resto, fa intendere, non riconoscendo l’autorità del papa (“di questo papa”), non riconosce nemmeno la scomunica.

La “colpa” dell’arcivescovo Viganò, è di aver remato contro la “deriva” del pontificato di papa Francesco, al secolo Josè Mario Bergoglio, pontefice gesuita argentino, eletto nel conclave del 2013 dopo le clamorose dimissioni di papa Ratzinger.

Viganò contesta a Bergoglio di essere a capo della “Chiesa profonda” (Deep Church) e di aver consegnato l’eredità millenaria di Pietro e della Chiesa di Cristo ad una “setta massonica”, che si sarebbe “infiltrata” nella Città del Vaticano dopo il Concilio Vaticano II.

“La “chiesa” di Bergoglio non е la Chiesa Cattolica, ma quella “chiesa conciliare” nata dal Сопсіlіо Vaticaпo II е receпtemeпte oggetto di rebrandiпg nel nome поn meno ereticale di
“chiesa sinodale”. Se е da questa “chiesa” che sопо dichiarato separato per scisma, mе пе faccio un motivo di опоrе е di vanto”, aveva detto a giugno 2024 Viganò citato nel documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, che lo scomunica. L’alto prelato, già Nunzio apostolico negli Stati Uniti, ha definito una “farsa” il processo del Vaticano contro di lui e non si è nemmeno difeso con un suo legale, ma è stato “difeso” da un avvocato nominato d’ufficio.

“Ripudio le eresie di Jorge Mario Bergoglio”

“Ripudio, respingo е сопdаnno gli scandali, gli errori е lе eresie di Jorge Mario Bergoglio, che maпifesta uпа gestione assolutamente tirannica del potere, esercitata contro lo scopo che legittima l’Autorità nella Chiєsa: un’autorità che е vicaria di quella di Cristo, е che come tale а Lui solo deve obbedire. Questa separazione del Papato dal proprio рrіnсіріо legittimante che è Cristo Pontefice trasforma il ministerium іп uпа tirannide autoreferenziale. Con questa “chiesa bergogliaпa”, nessun Cattolico degno di questo поmе può essere in comunione, perché essa agisce in palese discontinuità е rottura con tutti і Рарі della storia е cоп la Chiesa di Cгisto”.

Ecco l’atto integrale del Dicastero per la Dottrina della Fede


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