Un danno erariale per oltre 3,5 milioni di euro è stato contestato dai finanzieri del Comando di Cosenza, che hanno agito su delega della Procura della Corte dei Conti della Calabria, a 4 dirigenti dell’ Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Ai manager lo scorso gennaio erano stati notificati altrettanti “atti di costituzione in mora” con inviti a dedurre.
L’attività d’indagine, condotta dalla Guardia di finanza, con il coordinamento del Procuratore regionale Giovanni Di Pietro, è stata finalizzata alla ricostruzione delle diverse fasi di due accordi transattivi, stipulati nel 2014 e nel 2016, tra l’Asp cosentina e una società di factoring. Con il primo accordo, a fronte di crediti dichiarati dall’Asp quali “certi, liquidi, esigibili ed esecutivi” per un importo di poco inferiore a 47 milioni di euro, la società di factoring aveva accettato di applicare un abbattimento del 40% sugli interessi maturati e di rinunciare a quelli maturandi, impegnandosi, altresì, a non pretendere altre somme a qualunque titolo e/o causa e/o ragione.
Dopo aver provveduto a corrispondere la quasi totalità degli importi dovuti (residuando oramai il 3,33% della quota capitale oggetto di transazione), l’Azienda interrompeva i pagamenti nei confronti della società di factoring in quanto accertava che, in realtà , una parte dei crediti vantati da tale ultima società non erano “certi, liquidi ed esigibili”, come precedentemente valutato al momento di stipula dell’accordo transattivo. A seguito di ciò, la società creditrice provvedeva a richiedere l’intera quota degli interessi originariamente vantati, vanificando i risparmi derivanti dalla transazione.
Successivamente, le parti stipulavano un secondo atto transattivo, in cui si conveniva che l’Ente pubblico avrebbe provveduto al pagamento di ulteriori somme a titolo di interessi, per oltre 2 milioni di euro. Tale importo, sommato ad altri 1,5 milioni di euro (sempre a titolo di interessi) è stato ritenuto danno erariale.