La ‘ndrangheta punta a trasformarsi da “organizzazione mafiosa a principale agenzia criminale del pianeta”. A dirlo il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho all’inaugurazione dell’anno giudiziario – alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti – rimarcando “esistenza ed operatività” di una “componente occulta o riservata con funzioni strategiche”.
Nel corso dell’anno giudiziario, presenti fra gli altri il comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette, il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore e la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi, sono state evidenziate le mutazioni dell’organizzazione criminale.
“Decenni di crescente presenza ‘ndranghetista – esordisce il presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria Luciano Gerardis – hanno avuto effetti deformanti anche sul modo di pensare dei cittadini, quasi predisponendone l’habitus all’illegalità diffusa nel convincimento dell’impunità. Una situazione paradossale: proprio nel territorio che avrebbe maggiore necessità di affermare la presenza dello Stato e di garantire i diritti dei singoli, si denotano i maggiori i ritardi e le carenze dell’azione giudiziaria”.
“Il distretto di Reggio – ha aggiunto – è connotato dalla presenza e dalla pervasività della ‘ndrangheta, associazione criminale unitaria, efficiente e moderna, che si incunea nelle pieghe di qualsiasi attività di cui assume il dominio”.
“Da decenni – ha proseguito Gerardis – le stesse famiglie continuano a gestire i traffici e gli organismi criminali, un ramificato sistema di potere che trova a livello di vertice una componente occulta o riservata con funzioni strategiche, composta anche da esponenti delle istituzioni e delle professioni, capace di condizionare la vita politica ed economica della città e dell’intera regione”.
Gerardis ha quindi voluto ribadire l’impegno dei magistrati del distretto, “nonostante la cronicità delle carenze di organico e del personale di cancelleria, che in taluni settori sfiora il 50%, con decine e decine di maxi procedimenti penali trattati e di difficile cernita che riguardano centinaia di inquisiti per reati di mafia”.
Poi l’appello finale all’opinione pubblica, ricordando le parole del presidente del Cile Salvator Allende rivolte al suo popolo prima di essere ucciso: “Sappiate che molto più prima che dopo si apriranno i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero per costruire una società migliore”.
E’ in atto “un processo di scotomizzazione” della ‘ndrangheta “allo scopo di trasformarla da organizzazione per delinquere di tipo mafioso operante su un territorio a principale agenzia criminale del pianeta”, ha detto invece il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho.
Un concetto ripreso dal presidente del Tribunale facente funzioni Olga Tarzia, che ha definito “preoccupante il fenomeno che vede intersecarsi la deriva criminale di vasti settori della politica dedita alle pratiche corruttive con il fenomeno dell’acculturazione e della politicizzazione delle elite mafiose che ha dato vita a ‘comitati d’affari’ di cui fanno parte soggetti della politica, delle istituzioni, della finanza e i colletti bianchi delle aristocrazie mafiose, che mettono in comune le loro risorse (potere economico, di influenza politica, di intimidazione, capitali relazionali) per colonizzare interi comparti economici ed istituzionali”.
De Raho, analizzando il fenomeno ndranghetistico, ne ha sottolineato “il carattere unitario e piramidale in grado di evitare l’insorgere di conflitti interni all’organizzazione e di potersi relazionare con ambienti più elevati di tipo politico ed istituzionale, i cui soggetti, allo stato sono in corso di esplorazione investigativa”.
Il procuratore di Reggio ha parlato di “superassociazione composta dai vertici delle consorterie mafiose più potenti della città di Reggio Calabria, secondo le propalazioni di Antonino Fiume, organismo decisionale che costituisce esso stesso un’autonoma e diversa associazione ex art. 416 bis collocata ad un livello gerarchicamente superiore rispetto alle singole cosche, che ha assunto la direzione, la regolamentazione, organizzazione delle attività criminali, innanzitutto ordinarie, di tutto il mandamento centro. Qualcosa di assolutamente nuovo e riservato – ha sottolineato de Raho – da non potere, in nessun caso, essere percepito come esistente dai livelli intermedi e dalla base”.
Il magistrato, inoltre, ha affermato che “l’analisi congiunta delle plurime, qualificatissime fonti di prova acquisite nell’ambito del procedimento ‘Mammasantissima’ ha consentito di ritenere, sia pure a livello cautelare, l’attuale esistenza ed operatività della componente plurisoggettiva “occulta” o riservata’ avente finzioni strategiche nell’ambito della strutturazione complessiva del’associazione denominata ‘ndrangheta’ di più ampia portata.
Un processo evolutivo che ne ha caratterizzato la crescita e la sua vorticosa espansione che ne ha fatto assumere caratteri peculiari”. Per Olga Tarzia “si tratta di uno storico passaggio di fase con la creazione di un sistema criminogeno (mafio-corruzione) in grado di condizionare gli equilibri locali e nazionali, che la magistratura reggina ha individuato con le recenti inchieste “Alchemia”, “Fata Morgana”, Mammasantissima”, “Rhegion””.