Dalle prossime elezioni regionali, almeno il 40 per cento dei consiglieri dovranno essere donne. Lo prevede la legge sulle “quote rosa” nei consigli regionali definitivamente approvata dall’Aula della Camera con 334 sì, 91 no e 21 astenuti. Contro hanno votati Lega, M5S e Ala; Fdi e Conservatori e riformisti si sono astenuti. Oggi le percentuali “rosa” sono molto più basse, con il caso clamoroso della Basilicata che non ha nemmeno una donna consigliere.
Sulle quote rosa, il deputato del Pd Federico Ginato commenta con soddisfazione l’approvazione alla Camera alle norme sull’equilibrio della rappresentanza tra donne e uomini nei Consiglio regionali: “Un passaggio importante che porterà effetti diretti e importanti sulle composizioni dei Consigli regionali – sottolinea Ginato -. Per quanto riguarda il Veneto potremmo dire che dove non è arrivata la Regione, arriva il Parlamento, visto che solo un anno fa, nella riforma della legge elettorale, la maggioranza di centrodestra aveva chiuso la porta alla proposta della doppia preferenza di genere”.
Tante altre sono le esultanze per la norma sulle quote rosa. Su tutte, quella di Wanda Ferro, di Forza Italia, candidata alla presidenza alle scorse elezioni regionali in Calabria, che pur arrivando seconda non è entrata in Consiglio per una legge capestro varata nel 2014 da un consiglio in prorogatio per via delle dimissioni dell’allora presidente della Giunta, Giuseppe Scopelliti.
“La legge definitivamente approvata dal Parlamento – è il commento di Wanda Ferro, vicesegretario di Forza Italia Calabria – che prevede l’elezione di almeno il 40 per cento di donne nei Consigli regionali rappresenta una conquista di portata storica per le donne impegnate in politica, e segna purtroppo un’altra occasione persa dalla politica calabrese di dimostrarsi davvero all’avanguardia sul tema della democrazia paritaria”.
“L’introduzione della doppia preferenza di genere, rimasta ferma fin dalla passata legislatura nei corridoi di palazzo Campanella senza arrivare all’approvazione dell’aula – prosegue – diventa legge dello Stato alla quale la Regione Calabria dovrà adeguarsi al più presto, con buona pace di quanti in questi anni, per insensibilità, miopia, o per mero interesse personale, si sono frapposti all’approvazione del provvedimento”.
“Una norma – sottolinea Ferro – che rappresenta una reale opportunità offerta alle donne per confrontarsi in un ambito meritocratico, garantendo anche all’interno degli stessi partiti una migliore selezione dei candidati, uomini e donne, e quindi un generale miglioramento della qualità della rappresentanza. Grazie alle modifiche che dovranno essere apportate alla legge elettorale, in futuro anche l’assemblea regionale calabrese potrà contare sull’apporto di un numero congruo di consigliere donne, mentre oggi siamo maglia nera in Italia dopo la Basilicata (nessuna donna, ndr), con la rappresentanza femminile affidata all’unica eletta Flora Sculco. Spero che questo insolito segnale di maturità e di civiltà arrivato da Roma sia recepito dalla politica calabrese, che dovrà avere il coraggio di favorire e valorizzare il contributo delle donne nelle istituzioni elettive, a tutti i livelli”, conclude Wanda Ferro.