Sarebbe avvenuta nelle prime ore della notte la strage nella villetta di contrada Cutura a Rende. Per averne certezza occorre attendere la valutazione dei medici legali, ma è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori che per ore sono nella casa in via Malta per raccogliere elementi utili a chiarire la dinamica e il movente che ha portato al probabile plurimo omicidio-suicidio di Salvatore Giordano, Francesca Vilardi, e i loro figli Cristiana e Giovanni.
A dare l’allarme è stato il fratello Franco Giordano intorno all’ora di pranzo. L’uomo, socio di Salvatore del negozio di telefonia all’autostazione di Cosenza, si è recato a casa del fratello perché dopo numerose telefonate non rispondeva al telefono. I due pare che stamattina avessero appuntamento in città per fare dei lavori nell’esercizio, forse l’inventario, approfittando della chiusura nel giorno della Madonna del Pilerio, patrona di Cosenza.
Secondo quanto ricostruito, Franco ha suonato al campanello più volte, poi contattando i suoi anziani genitori, che abitano al piano terra, ha avuto conferma del fatto che fosse successo qualcosa. Le auto pare fossero tutte in villa, i cellulari della famiglia squillavano invano. Allora si è deciso a chiamare carabinieri i vigili del fuoco che giunti sul posto hanno sfondato il portone di ingresso. La scena che si è presentata davanti ai loro occhi è stata terrificante: i corpi senza vita a terra e, dall’ingresso fino alle altre stanze un lago di sangue. Adagiati nel corridoio ci sono Salvatore, la moglie Franca e la figlia Cristiana, nell’altro locale Giovanni.
I vicini, ascoltati dai giornalisti, hanno riferito di non aver sentito nulla, sebbene la villa e le abitazioni vicine siano quasi in aperta campagna. Nessun colpo udito, eppure dai primi elementi emersi sembra che in villa siano stati esplosi diversi colpi di pistola.
La tesi più accreditata al momento sembra essere omicidio-suicidio, ma tutte le piste sono aperte, non ultima quella di una sparatoria in cui alla fine sono morti tutti sparandosi a vicenda. Perderebbe quota l’ipotesi della rapina sfociata nella mattanza. Dalla casa sembra non sia sparito nulla. Le armi ritrovate sono almeno due, una pistola rinvenuta nel corridoio vicino alla ragazza, l’altra accanto al cadavere del fratello Giovanni, nell’altra stanza.