Presentata a Cosenza la stagione lirica 2017

Carlomagno

occhiuto stagione lirica sinfonicaUn cartellone di assoluto prestigio e qualità, segnato anche dal ritorno di importanti collaborazioni con altre significative istituzioni culturali, come il Teatro del Giglio di Lucca, che proietta il Rendano in un virtuoso circuito produttivo che potrebbe, da qui a non molto, far rientrare il teatro di tradizione cosentino tra i beneficiari del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo).

Salpa sotto i migliori auspici la 56ma stagione lirica del “Rendano” di Cosenza, presentata martedì mattina nella Sala “Quintieri”, presenti il Sindaco Mario Occhiuto, il direttore artistico della stessa stagione Lorenzo Parisi e il dirigente del settore Cultura del Comune Giampaolo Calabrese. Apertura ufficiale venerdì 3 marzo con la “Cenerentola” di Gioachino Rossini (in replica domenica 5 marzo). E’ l’allestimento che debutta venerdì 10 febbraio, cioè tra qualche giorno, a Lucca, con replica domenica 12 febbraio.

La regia è di Aldo Tarabella, compositore e nome autorevolissimo del teatro di prosa e d’opera, sia per essere stato stretto collaboratore e compositore di Giorgio Strehler al Piccolo di Milano, sia per essere l’attuale direttore artistico del Teatro del Giglio di Lucca, che aveva già diretto dal 2000 al 2008. Ci sono buone possibilità che l’allestimento di “Cenerentola”, coprodotto da Rendano e Teatro del Giglio di Lucca possa sbarcare in Corea. Sul podio il direttore d’orchestra toscano Marco Balderi. Il suo è stato, negli anni ’80, un assistentato di tutto rispetto accanto ad autentici numeri uno della direzione d’orchestra come Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Carlo Maria Giulini ed Herbert Von Karajan.

“Cenerentola” arriva al Rendano in occasione del bicentenario della sua prima rappresentazione, avvenuta il 25 gennaio 1817, al Teatro Valle di Roma, e nel ricordo, a dieci anni dalla morte, del grande Lele Luzzati : suoi sono, infatti, gli splendidi costumi di scena che portano sul palcoscenico la cifra stilistica e il tratto meraviglioso e immaginifico di un Maestro indiscusso del teatro contemporaneo.
Le voci: il mezzosoprano Teresa Iervolino (Angelina-Cenerentola), il baritono Marco Filippo Romano (Don Magnifico, barone di Montefiascone), il tenore Biao Li ( Don Ramiro), il baritono Pablo Ruiz (Dandini, il suo cameriere), il baritono Matteo D’Apolito (Alidoro, filosofo maestro di Don Ramiro) e il soprano Giulia Perusi (Clorinda). Per la seconda recita di Cenerentola il ruolo di Don Magnifico è ricoperto da Clemente Antonio Daliotti.

Nel corso della conferenza stampa il Sindaco Mario Occhiuto ha sottolineato come “il teatro rappresenta per la città una sorta di tempio, è la Cattedrale della cultura ed è quindi un presidio che noi non abbiamo voluto in questi anni abbandonare, nonostante i tagli di risorse con cui ci siamo dovuto confrontare. Abbiamo perso – ha proseguito il Sindaco Occhiuto- più di dieci, dodici milioni di euro di risorse che venivano trasferite dallo Stato al Comune di Cosenza. In una situazione del genere i Comuni sono portati a tagliare nel settore della Cultura. Così è avvenuto nei teatri del Sud, ma anche in città importanti dove è stata ridotta o ridimensionata la programmazione. Noi, nonostante le ristrettezze finanziarie, abbiamo voluto puntare sulla qualità e valorizzare il percorso della musica cosìddetta colta. Il livello del programma è alto e abbiamo inteso continuare a far leva sulla nostra Orchestra e sui talenti locali. Se a Cosenza ci sono artisti di valore, non possiamo non tenerne conto. Bisogna fare ogni sforzo possibile per investire nella musica.”

E prima di chiudere il suo intervento Mario Occhiuto ha lanciato al direttore artistico Parisi l’idea di inserire in cartellone il prossimo anno l’opera di Agostino Steffani, “Alarico, il Baltha, cioè l’Audace Re dei Goti”. L’assist è stato subito colto da Lorenzo Parisi che ha ricordato come ad Agostino Steffani sia intitolato il Conservatorio di Castelfranco Veneto dove hanno insegnato nomi prestigiosi della musica come Giuliano Carmignola e Mario Brunello.

Nell’intervento che ha aperto la conferenza stampa Parisi ha ricordato che l’allestimento di “Cenerentola” coprodotto da Rendano e Teatro del Giglio di Lucca girerà anche a Ravenna, Piacenza e al Festival di Trapani. Parisi ha, inoltre spiegato le ragioni che lo hanno indotto ad individuare ne “L’incantesimo” il filo conduttore della stagione di quest’anno e che collega opera, balletto e appuntamento sinfonico.

“Il progetto culturale di questa stagione – ha detto Parisi – è un progetto unitario. L’idea di dare al cartellone un’unitarietà di pensiero si sposa con la campagna abbonamenti che da qualche anno stiamo promuovendo. Incentivare gli abbonamenti con gli sconti non significa solo fidelizzare il pubblico, ma significa spingere nuovo pubblico a frequentare il teatro e a vivere l’esperienza unitaria di questa proposta culturale. Raccontiamo l’incantesimo con la musica, con la danza, con l’opera. Ciò che è culturale presuppone una partecipazione consapevole”. Parisi ha definito di “assoluto pregio” gli artisti scritturati. “Ho cercato – ha detto – un mix tra esperienza e giovani già affermati”. E ha ricordato l’apertura verso il territorio, preannunciando anche per quest’anno, sull’esempio di quanto sperimentato con successo nell’ultima stagione, l’attivazione, per i due titoli operistici, dei laboratori di trucco e parrucco, in collaborazione con Isteform, e i laboratori di sartoria, in collaborazione con l’Accademia New Style di Franca Trozzo.

“Il Rendano è un teatro importante così come lo è la collaborazione con il Teatro del Giglio di Lucca – ha detto dal canto suo in conferenza stampa il dirigente del settore Cultura Giampaolo Calabrese. “E’ questo – ha aggiunto -un segnale altrettanto importante, perché ci consente di stare in un circuito. Stiamo lavorando alacremente perché il Rendano possa rientrare nei benefici del Fondo unico dello spettacolo (Fus). Fare una stagione lirica diventa un lusso, nel momento in cui gli enti locali vengono privati di risorse. Si possono trovare delle strade come le sponsorizzazioni. Una cosa importante di questa stagione è la grande partecipazione di figure e maestranze locali legate al mondo della musica. L’Orchestra del Rendano è composta per il 99% da musicisti della città di Cosenza. Siamo felici sulla scelta del tema dell’Incantesimo”.
E citando la celebre “Come mi vuoi” di Paolo Conte chiude l’intervento ricordandone le parole: “e una musica turca anche lei metti forte che riempia la stanza d’incantesimi e spari e petardi”, confidando che tutto questo si realizzi nel “Rendano”.

Tra le altre importanti novità annunciate in conferenza stampa c’è che non resterà confinata nell’alveo del Rendano la produzione sinfonica del teatro di tradizione cosentino, in quanto “Le 8 stagioni” di Vivaldi e Piazzolla, con gli archi dell’Orchestra del Rendano e il violinista di Belgrado Stefan Milenkovic, in programma il 6 maggio a Cosenza,, il giorno dopo, il 7 maggio, saranno ospitate a Taranto in un concerto organizzato dagli “Amici della musica” della città pugliese.
Stefan Milenkovich è sicuramente tra i nomi di spicco della nuova stagione del “Rendano”. Autentico enfant prodige (memorabili le sue esibizioni per Ronald Reagan, quando aveva 10 anni, per Mikhail Gorbaciov, quando ne aveva 11 e per Papa Giovanni Paolo II, a 14), Milenkovich è riconosciuto a livello internazionale per le sue eccezionali doti tecnico-interpretative, Ha suonato nelle più importanti orchestre sinfoniche al mondo ed insegna violino nell’Università dell’Illinois negli Stati Uniti.

A differenza di “Cenerentola” che è una coproduzione tra il Teatro Rendano e il Teatro del Giglio di Lucca, l’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, in scena il 19 ed il 21 maggio, è una nuova produzione del Rendano di Cosenza.
Si rivedrà sul podio il direttore d’orchestra triestino Carlo Goldstein, una laurea in filosofia, figura estremamente colta, giovane emergente e autentica promessa nel panorama della musica lirica internazionale che al Rendano diresse, nel 2015, il Gala di apertura di stagione. Formatosi prevalentemente all’estero, in Russia, a Londra e in Austria, al Mozarteum di Salisburgo, Goldstein è tornato in Italia soltanto negli ultimi anni, dove ha cominciato a dirigere più stabilmente.

Alla giovane bacchetta triestina Sky ha dedicato una delle puntate della sua rubrica “Notevoli”, sulla rete “Classica”, riservata ai giovani talenti italiani.
La regia di “Elisir d’amore” è di Rocco Pugliese, vecchia conoscenza del “Rendano” e che nell’ultima stagione lirica si occupò delle scene e dei costumi di “Tosca” per la regia di Antonello Palombi. Rocco Pugliese a Cosenza, in varie vesti (sia come regista che come direttore di scena) ebbe un momento molto fortunato, dal 1985 fino al 1993. Di lui si ricordano le regie di un “Barbiere di Siviglia” del 1989 (coproduzione tra il “Rendano” e il Teatro del Giglio di Lucca, corsi e ricorsi storici) quando a fornire il cast agli allestimenti erano i vincitori del concorso “Giacomantonio”. Nell’89 Pugliese sostituì all’ultimo momento, sempre al “Rendano”, Alessandro Giupponi nella regia di “Andrea Chenier”, chiudendo poi la sua esperienza di regista con il teatro di tradizione cosentino con una “Madama Butterfly” del 1990 da cui venne fuori il talento di Marco Berti, oggi acclamatissimo tenore.

Questo il cast vocale di Elisir D’amore: il tenore Davide Giusti (Nemorino), il soprano Barbara Bargnesi (Adina), definita dalla critica un soprano dai grandi mezzi musicali, il baritono Marco Bussi (Belcore), uno dei più promettenti giovani talenti nel panorama lirico internazionale, e il baritono/basso Paolo Pecchioli (Dulcamara). Per il ruolo di Giannetta il Rendano avvierà delle audizioni.

E per completare il quadro dei titoli in stagione, molto gradito il ritorno, a distanza di qualche mese dal concerto di Capodanno del primo gennaio, di Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta. Se nel concerto di Capodanno il loro apporto era stato sì significativo per aver punteggiato, con pregevolissimi pas de deux, le esecuzioni dell’Orchestra del Rendano diretta, in quella occasione, da Luca Ferrara, il primo aprile, Brazzo e Volpintesta saranno i protagonisti assoluti di un balletto, dalla dichiarata matrice favolistica ed immaginifica, che ben si sposa con il tema della stagione, dal titolo “Il mantello di pelle di drago”, firmato da Massimiliano Volpini per lo Jas Art Ballet, la compagnia fatta nascere da Brazzo e Volpintesta, rispettivamente, in questo balletto, nei ruoli della Fata Regina e del Diavolo. Le musiche sono di Shostakovich, Kachaturian e Bizet. Una favola in danza, di grande effetto e suggestione.