Ha pubblicato sul web un video in cui riprendeva alcune persone che non rispettavano le norme per il contenimento del contagio da covid e per questo controllati dalle forze dell’ordine, in particolare un uomo che essendo in malattia stava fuori anziché a casa. Un parente di quest’ultimo, dopo avere scoperto il video che circolava online insieme ad un altro, per vendicarsi sono andati a casa dell’autore della clip tentando di estorcergli 2.000 euro per il torto subìto, ma al suo rifiuto uno dei due lo ha sparato alle gambe. E’ successo nei pressi di Piazza San Rocco, a Scilla, in provincia di Reggio Calabria.
Protagonisti Domenico Nasone e Augusto Lippi, già noti alle forze dell’ordine, che sono stati arrestati dai Carabinieri di Scilla e tradotti nel carcere di Reggio-Arghillà. Dovranno rispondere di tentato omicidio, estorsione e porto abusivo di armi.
Secondo quanto ricostruito dai militari, la vittima, nel tentativo di riprendere chi non rispettava le regole di stare a casa, come tante clip che girano in questi giorni sui social, aveva involontariamente immortalato anche un congiunto di Nasone, un impiegato pubblico, in questo momento in astensione lavorativa per malattia, mentre veniva sottoposto a controllo di polizia.
Sarà stata la paura di ripercussioni per la possibile violazione del riposo domiciliare, insofferenza per quel video o, sullo sfondo, mancato rispetto per un cognome parecchio noto, fatto sta che è stata decisa una vera e propria spedizione punitiva.
Nasone, originario di Scilla ma residente a Reggio Calabria, accompagnato da Lippi si recava nel comune di origine direttamente presso l’abitazione dell’autore della pubblicazione, il quale apriva loro la propria porta di casa.
I due, a quel punto, tentavano di estorcere 2.000 euro quale “risarcimento” della “gogna” e, ottenuto un rifiuto, Nasone avrebbe esploso 4 colpi di pistola, colpendo la vittima con un colpo alle gambe, mentre il complice ostacolava il tentativo del malcapitato di ripararsi dietro il portoncino di ingresso. Al termine dell’azione ritorsiva entrambi si dileguavano a piedi, tornando alla propria autovettura, parcheggiata nelle vicinanze.
Di qua scattano le indagini dei carabinieri, fatte di rilievi sul posto, raccolta delle testimonianze e di dati informativi e, una volta individuate le identità dei probabili autori, una serrata ricerca condotta sia sul capoluogo che nel comune ingresso settentrionale dello Stretto.
Una caccia guidata dai militari della Stazione di Scilla, perfetti conoscitori della rete relazionale della propria popolazione, supportati dalle unità del Comando Provinciale di Reggio Calabria specializzate nelle investigazioni scientifiche e negli interventi risolutivi in situazioni critiche.
Le ricerche incessanti e perquisizioni a tappeto nel cuore della notte in tutto il comprensorio reggino conducevano all’epilogo nel pomeriggio di ieri: uno dei due si presentava presso la Stazione Carabinieri di Scilla, mentre l’altro veniva rintracciato a Scilla, da dove era mancato per tutto il tempo trascorso.
Le indagini sono ancora in corso per delineare completamente il quadro probatorio di un’azione tanto fulminea: gli accertamenti condotti hanno evidenziato che in meno di mezz’ora i due indagati hanno sparato all’uomo e sono ritornati a Reggio Calabria.
Naturalmente sarà approfondita anche la posizione del parente, la cui passeggiata fuori casa durante la malattia è divenuta un vero e proprio casus belli, risolto in maniera rusticana.
Il ferito, fortunatamente in buona salute, ricevute le cure del caso presso l’ospedale di Reggio Calabria, ha potuto far rientro al proprio domicilio.