“Siamo all’inizio dell’indagine. Abbiamo acquisito dei documenti”. Sulla tragedia nelle gole del Raganello il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ha commentato lo stato dell’indagine avviata per chiarire se poteva essere evitata la tragedia in cui hanno perso la vita 10 persone.
“In questo momento – ha aggiunto Facciolla – siamo preoccupati per l’area e i luoghi. Ancora non sono stati emessi provvedimenti. Stiamo valutando i documenti. Abbiamo aperto un procedimento contro ignoti”. Il procuratore ha anche confermato di avere dato stamani il nulla osta per la consegna delle salme alle famiglie.
Il procuratore Facciolla: “Tre allerte meteo”
Tornando sul dramma consumato lunedì pomeriggio nel torrente Raganello, il procuratore conferma le parole del capo della protezione civile Borrelli in visita stamani a Civita. “Di allerta meteo non ce n’era stata una ma tre: tutte di codice giallo che in questa zona significa serio pericolo. Le escursioni, con persone spesso inesperte, che più che “guide” sono accompagnatori, e non a caso fanno firmare una liberatoria per evitare qualsiasi responsabilità, sono a pagamento – spiega Facciolla, intervistato da LaPresse – per questo forse si preferisce rischiare, magari sottovalutando le reali condizioni meteo, come è accaduto ieri, quando considerata l’allerta diffusa il giorno prima, c’erano tutti i presupposti per stare alla larga da quel posto”.
Le Gole del Raganello, dove l’accesso è senza controlli
La riserva delle Gole del Raganello “è una zona dove l’accesso non è controllato e le informazioni ai visitatori sono pressoché assenti – aggiunge il magistrato -. Io stesso, che lavoro qui da due anni, ho scoperto solo la notte scorsa la totale assenza di informazioni e di un sistema di controlli di accesso all’area. Questo è sicuramente un tema che andrà approfondito perché non si ripetano più tragedie simili”.
L’inchiesta della procura di Castrovillari
Omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione di atti di ufficio. Sono questi i reati ipotizzati nel fascicolo, al momento contro ignoti anche se la lente degli inquirenti si concentrerà presto sulle istituzioni responsabili della riserva a cominciare dall’Ente che la gestisce e i quattro Comuni che ne fanno parte (San Lorenzo Bellizzi, Civita, Cerchiara di Calabria e Francavilla).
Una gestione che avviene senza un “regolamento”, in teoria previsto dal decreto di trent’anni fa che istituiva la riserva ma, di fatto, mai approvato. “La bozza di regolamento per i servizi di gestione della riserva non ha mai avuto il via libera definitivo”, prosegue Facciolla. Questo spiega in parte la gestione confusa “che peraltro fa riferimento a più istituzioni da una parte l’ente responsabile e dall’altra i sindaci di quattro Comuni dell’area”.