
“Dalle prime indagini emergono gravi violazioni della procedura di sicurezza al momento dell’incidente. Ci sono profili di responsabilità per i quali saranno a breve indagate alcune persone”. Lo ha fatto sapere il procuratore capo di Ivrea, Gabriella Viglione, sulle indagini relative all’incidente alla stazione di Brandizzo, nel Torinese, che nella notte tra mercoledì e giovedì è costato la vita a cinque operai travolti da un treno in corsa sulla linea Milano Torino. La procura non esclude il dolo eventuale per i reati di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo.
“Gli accertamenti proseguono per verificare se può essere considerata sicura la procedura complessiva. Quanto accaduto ha reso palese che il meccanismo di garanzia non era sufficiente a tutelare un lavoro così delicato in una sede pericolosa come quella dei binari ferroviari”, ha sottolineato il magistrato parlando dell’inchiesta.
La procura di Ivrea dovrà stabilire le cause della tragedia. Il macchinista che guidava il convoglio, dodici vagoni vuoti in viaggio da Alessandria a Torino, era sicuro che quello fosse un orario in cui nessuno avrebbe dovuto transitare e men che meno lavorare, come ha precisato Ferrovie dello Stato. Invece gli operai erano là. Due si sono miracolosamente salvati, ma non si sanno spiegare “cosa sia successo”. Tra le ipotesi c’è quella di un “errore di comunicazione”, come ha detto anche il sindaco di Brandizzo.
Chi erano gli operai
Gli operai travolti e uccisi si chiamavano Kevin Laganà, 22 anni, Michael Zanera, 34, Giuseppe Sorvillo, 43, Giuseppe Saverio Lombardo, 52 e Giuseppe Aversa, 49. Erano tutti dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli, impresa leader nel settore di costruzione e manutenzione degli impianti ferroviari. I due operai che hanno evitato il treno sono stati dimessi ieri sera, dopo ore di sostegno psicologico fornito nell’ospedale di Chivasso.