Quattro persone, tra cui l’ex imputata di Vatileaks, Francesca Immacolata Chaouqui, sono state indagate per un’indagine su contratti da circa 72 milioni di euro per l’acquisto di 801 milioni di mascherine dalla Cina durante la prima ondata di pandemia. Lo ha fatto sapere la procura di Roma. L’appalto totale sarebbe di 1,2 miliardi e i 72 milioni sarebbero andati per la mediazione.
Le possibili accuse includono il traffico d’influenza e la ricezione di beni rubati, hanno detto i pm. Gli altri indagati sono l’ingegnere, Andrea Vincenzo Tommasi, a capo di un’azienda al centro dell’indagine; Mario Benotti, giornalista attualmente in aspettativa; e un funzionario, Antonella Appulo.
L’ex esperto di pubbliche relazioni Chaouqui è stata dichiarata colpevole nel processo “Vatileaks 2” per documenti finanziari vaticani trapelati e ha ottenuto una sospensione di 10 mesi. Chaouqui ha scritto un libro sulla sua esperienza. Nel libro, intitolato “Nel nome di Pietro”, la donna racconta il suo tempo come membro dell’ormai defunta commissione COSEA istituita per consigliare Papa Francesco sulla riforma del sistema economico e amministrativo della Santa Sede. struttura, e del suo lavoro al fianco di Mons. Vallejo Balda, anch’egli riconosciuto colpevole nel processo e condannato a 18 mesi di reclusione.
Durante il processo, Balda ha ammesso di aver fatto avere documenti riservati al giornalista Gianluigi Nuzzi, che ha scritto un libro intitolato “Mercanti nel tempio” (Via Crucis nella versione italiana).
Il prelato ha parlato anche di “scambio” di documenti con il giornalista Emiliano Fittipaldi, autore di un libro dal titolo “Avarizia”. Entrambi i libri dettagliavano sprechi, cattiva gestione e spese eccessive accumulate dai funzionari vaticani.
Nel libro di Chaouqui, include una serie di documenti del suo lavoro con la commissione COSEA, e racconta anche di una lettera che ha scritto a Papa Francesco chiedendo il permesso di essere sollevata dalla sua responsabilità di mantenere i segreti dello Stato Vaticano per poter raccontare “tutto” al processo – una lettera alla quale il papa non ha risposto.