Il noto penalista italiano, avvocato Carlo Taormina, è stato nominato difensore dall’ex presidente americano Donald Trump in merito ai presunti brogli elettorali che avrebbero avvantaggiato il rivale Joe Biden nella corsa di novembre 2020 alla Casa Bianca.
A darne notizia è lo stesso legale in un video postato su fb. A conferire l’incarico a Taormina, che lo ha accettato, è stato Flynn, uomo vicino a Trump e direttore del “Defending the Repubblic”, organizzazione che si propone lo scopo di far luce sui brogli elettorali negli Usa che, secondo le recenti ricostruzioni, avrebbero origine in Italia.
Secondo una deposizione giurata di un legale siciliano, sarebbe stato un ex dipendente della Leonardo Spa di Finmeccanica, Arturo D’Elia, l’autore materiale del travaso di voti indirizzati a Trump e dirottati a Biden tramite i server della Leonardo.
D’Elia è stato già arrestato a dicembre dalla Procura di Napoli insieme a un’altra persona, con l’accusa di aver trafugato dati di valenza strategica dalla società aviomilitare italiana, tra i maggiori colossi al mondo nel settore della Difesa. I reati contestati a D’Elia risalgono tuttavia a indagini svolte tra il 2015 e il 2017, ed è vicenda che poco avrebbe a che fare con la presunta frode di cui sarebbe stato vittima Trump.
Secondo l’avvocato catanese Alfio D’Urso, Arturo D’Elia sarebbe però stato anche l’artefice materiale della presunta manipolazione di voti e dell’upload dei dati dai server di Leonardo verso altri server in Germania e poi negli Stati Uniti per ribaltare il risultato elettorale. E il legale lo afferma, appunto, in una dichiarazione giurata.
Il tutto sarebbe avvenuto a cavallo tra il 3 e il 4 novembre 2020, nelle ore caldissime delle elezioni Usa, quando D’Elia – prima di essere arrestato un mese dopo per reati di sicurezza informatica -, era ancora un libero cittadino e che poteva sfruttare le sue elevate capacità informatiche ad altissimi livelli militari. Per mettere in piedi la presunta frode, secondo il legale, l’ex funzionario informatico di Leonardo avrebbe agito sotto le istruzioni e le direttive di persone che operano nell’ambasciata americana a Roma.
D’Elia, afferma l’avvocato D’Urso nella dichiarazione giurata, avrebbe intrapreso l’operazione fraudolenta per dare un significativo margine di vittoria a Biden, in danno di Trump, in un numero di stati in cui l’attuale presidente eletto stava perdendo.
L’imputato – spiega D’Urso – ha dichiarato di avere operato nella struttura della Leonardo Spa di Pescara e ha utilizzato crittografie informatiche di livello militare per trasmettere “voti manipolati” tramite il satellite militare alla Fucino Tower di Francoforte, in Germania.
Sempre secondo il legale, Arturo D’Elia ha giurato che i dati in alcuni casi potrebbero essere stati scambiati per rappresentare più del totale degli elettori registrati. D’Elia, racconta ancora l’avvocato, ha dichiarato che è disposto a testimoniare in tutte le sedi contro persone o enti coinvolti nello scambio dei voti da Donald Trump a Joe Biden. Tuttavia, è disposto a testimoniare quando lo stesso D’Elia sarà messo sotto protezione totale insieme alla sua famiglia, onde evitare ritorsioni.
D’Elia afferma di aver assicurato in un luogo segreto il backup dei dati originali e dei dati scambiati su istruzione per fornire prove in tribunale in questa materia.
Della cosidetta “Affidavit” (traduzione giurata, ndr) ne aveva parlato anche Maria Zack, CEO e fondatrice dell’azienda IT, Help You Build, nonché membro del Consiglio di Amministrazione di “Nations In Action”, un’organizzazione che si dedica alla diffusione della libertà a livello globale. Apprese le notizie provenienti dall’Italia la donna avrebbe avvisato alcuni membri del congresso Usa e lo staff del presidente Trump che, secondo la Zack, è al corrente della presunta cospirazione ai suoi danni.
All’avvocato Taormina tocca adesso provare in tribunale la manipolazione dei voti in favore di Biden e in danno di Donald Trump. La partita delle elezioni Usa sembra dunque riaprirsi, nonostante la proclamazione di Joe Biden come presidente degli Stati Uniti a gennaio 2021.