Glicine, il “patto mafioso” di Sculco per fare eleggere la figlia al Consiglio regionale

Carlomagno

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Enzo Sculco e la figlia Flora

C’è anche un episodio di scambio elettorale politico mafioso tra i numerosi capi di imputazione contestati a Vicenzo Sculco in concorso con l’ex sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani, e l’ex assessore dello stesso comune Giuseppe Berardi. E’ quello avvenuto in occasione delle elezioni regionali del 2014 nelle quali era candidata come consigliere, poi effettivamente eletta, Flora Sculco, figlia di Vincenzo detto Enzo.

Secondo l’accusa, in quella occasione, Sculco si sarebbe rivolto a Giuseppe Berardi, consigliere comunale di Ciro Marina e al sindaco Roberto Siciliani, (poi entrambi condannati per associazione mafiosa in Stige) “ottenendo la promessa di procurare voti per la propria figlia, con modalità consistite nell’avvalersi della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento scaturite dal legame tra Berardi e la cosca Farao Marincola, appartenente al Crimine di Ciro, per condizionare l’elettorato attivo, costringendolo a indicare la preferenza per la suddetta candidata”.

In cambio dell’appoggio alla figlia, Sculco con il proprio movimento politico, “I Demokratici”, avrebbe poi fatto convergere voti sul candidato a presidente della Provincia, che in quel momento era Roberto Siciliani.

“La ricostruzione del patto relativo al sostegno elettorale da parte della cosca cirotana si basa – osserva il gip Battaglia – in via preminente sulle dichiarazioni di Farao Francesco, che dopo l’esecuzione dell’operazione Stige, ha avviato un rapporto di collaborazione con la giustizia. In tale contesto, pertanto, nel corso dei suoi interrogatori, ha rilasciato dichiarazioni in ordine a tali accadimenti, descrivendo i rapporti che la sua cosca di riferimento aveva intrattenuto con i politici locali e del comprensorio crotonese, soffermandosi anche sulla figura di Sculco Vincenzo e sulla consultazione elettorale per le regionali del 2014. Ne consegue – secondo l’accusa – che sapendo bene lo Sculco chi era il Berardi, il patto da lui sottoscritto era volto a procacciare il voto con modalità mafiose, si da ritenere integrata la contestazione”.