Cavallo di ritorno, nuovo arresto per Fantasia e Canonaco

Carlomagno

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Cavallo di ritorno, arresti a Rende Gianluca Fantasia e Giampiero Canonaco
Da sinistra Gianluca Fantasia e Giampiero Canonaco

I carabinieri di Rende hanno eseguito una nuova ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di due persone ritenuti responsabili di ricettazione ed estorsione. Si tratta di Gianluca Fantasia, cosentino classe ‘75, già sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, nonché arrestato per nel 2008 e nel 2009 nell’Operazione “Anaconda” contro il clan Cicero; e Giampiero Canonaco, di Cosenza, pregiudicato, classe ‘66.

Fantasia e Canonaco sono attualmente sottoposti ai domiciliari disposti la scorsa settimana per altri reati: detenzione in concorso di stupefacenti (cocaina). I due furono arrestati dalla Polizia di Stato a Lamezia Terme dopo aver violato un posto di blocco della Stradale. Ne seguì un inseguimento mozzafiato lungo l’A3 Salerno Reggio Calabria culminato col blocco dell’auto e l’arresto immediato dei due indagati di oggi.

Il nuovo provvedimento di oggi, con le nuove accuse, è stato emesso dal gip del tribunale di Cosenza, Francesco Branda su richiesta del pm Antonio Tridico. Secondo l’accusa, i due indagati, in concorso con altri soggetti, avrebbero tratto profitti dalla presunta ricettazione ai danni di una donna di Rosarno la cui auto, una Fiat 500, le era stata rubata a Rende il 26 dicembre 2015. Gli indagati, secondo gli inquirenti erano a conoscenza della provenienza furtiva dell’auto essendo stati contattati da un amico della proprietaria per ottenere il veicolo.

A carico Gianluca Fantasia e Giampiero Canonaco c’è anche l’accusa di estorsione perché, in concorso con altre persone allo stato non identificate, dopo aver ricevuto l’auto, avrebbero costretto il citato amico della proprietaria a consegnare 300 euro, con la minaccia che l’unico modo per ottenere la restituzione del veicolo era quello di pagare loro la somma richiesta.

I carabinieri ricostruendo l’episodio risalgono a Santo Stefano, giorno in cui la proprietaria della 500 segnalava al 112 il furto della sua auto in via Marconi, presso il Centro Commerciale. Il giorno seguente, l’amico della proprietaria segnalava al 112 il ritrovamento dell’auto in Cosenza via Veterani dello Sport. Un “tempismo” che ha fatto insospettire i militari.

Dalle attività d’indagine su Fantasia e Canonaco sono emerse intercettazioni che dimostrerebbero che il rosarnese amico della vittima si era rivolto ai due per riottenere l’auto. Dopo un primo incontro con personaggi di etnia Rom, in zona Stadio San Vito, in cui l’iniziale richiesta era di 2.000 euro per il cavallo di ritorno ed il rosarnese aveva opposto un netto rifiuto, i due intermediari, spiegano ancora gli investigatori, riuscivano ad abbassare la pretesa degli zingari, chiudendo l’estorsione con 300 euro e chiedendo alle vittime di consegnare le chiavi dell’auto per ritirare l’auto dagli zingari e condurla in un luogo concordato per simulare il ritrovamento fortuito.