‘Ndrangheta, sequestrati beni per oltre 13 milioni a ex assessore Taurianova

Sigilli a società e rapporti finanziari riconducibili a Carmelo Sposato, coinvolto nell'operazione "Terramara Closed" e ritenuto intraneo al clan “Sposato-Tallarida”

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Reggio. Ndrangheta, sequestrati beni per oltre 13 milioni a ex assessore

Beni immobili e rapporti finanziari per un valore superiore a 13 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria a Carmelo Sposato, 44enne, imprenditore edile nel settore pubblico e privato, già assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo del comune di Taurianova, ritenuto intraneo al gruppo mafioso “Sposato-Tallarida”, operante a Taurianova e zone limitrofe. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale reggino su richiesta della Dda.

La figura di Carmelo Sposato era emersa nell’ambito dell’operazione “Terramara Closed” condotta da polizia, carabinieri e finanza e conclusa, nel mese di dicembre 2017, con 47 arresti, tra cui lo stesso Sposato, in quel momento pubblico ufficiale in quanto assessore comunale, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso, poiché ritenuti intranei alla cosca di ‘ndrangheta “Avignone – Zagari – Fazzalari – Viola” (alla quale apparterrebbe il citato gruppo mafioso “Sposato-Tallarida”) attiva nel mandamento tirrenico della provincia reggina. Il beni sequestrati ammontarono a 25 milioni.

In tale contesto, – spiegano i finanzieri – il Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico), aveva ricostruito, attraverso articolati approfondimenti sulle transazioni economico finanziarie e patrimoniali effettuate dai soggetti indagati negli ultimi 20 anni, il patrimonio complessivamente accumulato – tra gli altri – dai componenti del nucleo familiare Sposato.

Gli accertamenti eseguiti avevano evidenziato, per ciascuno dei soggetti investigati, una significativa, ingiustificata differenza tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte sui redditi e il patrimonio posseduto, anche per interposta persona.

Al riguardo, era stata riscontrata in capo ai medesimi indagati la disponibilità di redditi, dichiarati ai fini delle imposte, non idonei a giustificare le cospicue acquisizioni patrimoniali.

Nello stesso mese di dicembre, sulla scorta degli elementi probatori raccolti dal Gico durante l’esecuzione dell’originario provvedimento e all’esito delle ulteriori investigazioni patrimoniali condotte, la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio disponeva – in via d’urgenza – il sequestro preventivo sull’intero compendio aziendale di ulteriori due imprese edili – delle quali una risultata riconducibile a Carmelo Sposato, sebbene intestata a terzi, indicati come prestanome – il cui patrimonio era stato complessivamente stimato in 10 milioni di euro.

I beni sono costituiti da 4 tra imprese e società commerciali, quote societarie, fabbricati e terreni (ubicati anche nelle province di Rieti e Pesaro), nonché disponibilità finanziarie, per un valore stimato in circa 13.200.000 euro.