Truffe assicurative e rimborsi, 4 arresti tra cui un medico. Dieci gli indagati

Carlomagno

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Guardia d finanza Reggio CalabriaAvrebbero orchestrato delle truffe assicurative incassando rimborsi. Quattro persone, tra cui un medico e un paramedico dell’ospedale di Reggio Calabria, sono stati arrestati e posti ai domiciliari dalla Guardia di finanza. Gli arrestati, B.V., di 54 anni, C.F. (49), F.B. (53) e G.N. (60), sono accusati di falsità in atti pubblici, accesso abusivo a sistemi informatici, violenza privata, danneggiamento fraudolento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale reggino che ha accolto le richieste della locale Procura della Repubblica.

Tra le persone destinatarie della misura, dei quali uno già noto agli inquirenti poiché coinvolto nell’ambito dell’operazione “Game Over” figurano un dirigente medico e un addetto paramedico entrambi dipendenti del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli”.

In particolare, durante l’esecuzione di precedenti investigazioni e attività di perquisizione, i finanzieri reggini rinvenivano un estratto conto di una carta Postepay Evolution nella disponibilità di un soggetto, il quale, nell’immediatezza dei fatti, tentava invano di distruggere il documento rinvenuto dai militari, insospettendo così gli stessi, che quindi decidevano di effettuare approfondimenti d’indagine ben mirati.

Si accertava, così, come il soggetto in questione fosse stato indotto da due degli indagati a fornire propri documenti per l’accensione di una polizza assicurativa contro gli infortuni a suo nome.

Nel corso delle indagini eseguite dai finanzieri e coordinate dal locale Ufficio di Procura, veniva, altresì, accertata la produzione di una serie di documenti e certificazioni sanitarie false, utili per l’apertura del sinistro, con conseguente incardinamento di un iter che si concludeva con l’erogazione di oltre 54mila euro.

Tale somma di denaro, tuttavia, pur essendo destinata al soggetto indotto ad agire, finiva, di fatto, nelle tasche degli artefici della truffa assicurativa. Ulteriori approfondimenti investigativi consentivano di risalire anche ai medici e ai paramedici coinvolti, tutti impiegati presso il Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.

A carico degli stessi (F.B. cl’ ’66 e G.N. cl’ 59), in particolare, venivano accertati la redazione di un falso verbale di accettazione di pronto soccorso; il rilascio di false certificazioni mediche relative a presunte visite di controllo; la predisposizione di una falsa perizia medico-legale; l’effettuazione di un accesso abusivo al sistema informatico dell’ospedale adibito alla gestione delle immagini radiologiche, in vista dell’inserimento a sistema di un falso referto, commesso mediante l’utilizzo delle credenziali di un ignaro collega della struttura sanitaria.

A comprova dei preliminari sospetti, la successiva attività investigativa – condotta attraverso indagini specifiche, anche acquisendo documentazione sanitaria e assicurativa nonché accertamenti bancari – ha consentito di smascherare, tramite l’incrocio di vari elementi indiziari, un consolidato sistema criminoso fraudolento, consentendo così di individuare i soggetti coinvolti; riscontrare la presenza di ulteriori elementi indizianti a carico di operatori sanitari e individuare i ruoli attribuiti a ciascun attore dell’attività contestata.

Durante le investigazioni, inoltre, a seguito di una denuncia proposta da un cittadino ignaro, citato dinanzi al Giudice di Pace da parte di uno dei predetti indagati per una richiesta di risarcimento danni non patrimoniali connessa a un presunto incidente stradale, l’autorità giudiziaria richiedeva lo svolgimento di altri accertamenti, a seguito dei quali emergevano profili di responsabilità penali nei confronti di ulteriori 4 soggetti (compresi 2 vigili urbani in servizio presso il Comando di Polizia Locale di Reggio Calabria), oltre che del medesimo dirigente sanitario e del dipendente paramedico già emersi nel corso dell’indagine.

Tale “seconda” truffa, in vista del successivo giudizio civile teso al risarcimento anche del presunto danno in particolare, aveva consentito agli indagati di riscuotere un primo rimborso assicurativo per falsi danni patrimoniali all’automezzo pari a 4.700 euro. Agli indagati sono stati sequestrati oltre 54 mila euro.